Iacovino (Fillea-Cgil): edilizia, è sempre più emergenza

“Da un analisi degli  interventi tattici messi in campo dal governo  e le misure  assunte per rilanciare   l’industria delle costruzioni non bastano e non ci convincono, di fatto il mercato interno delle costruzioni  è ancora bloccato e senza di questo  il paese  non riparte.  Ad oggi rileviamo l’assenza di una strategia a livello regionale e nazionale che prevede un incisiva politica di rilancio  delle costruzioni”. E’ il giudizio del segretario regionale della Fillea-Cgil, Enzo Iacovino. 
“Si tratta di un piano strategico per le costruzioni  che affronti con una visione  generale di medio e lungo termine i nodi che impediscono il rilancio effettivo, bisognerebbe varare un vero piano industriale per il paese.
I nostri partner europei, Francia, Germania e Gran Bretagna, hanno  fatto dei  piani che ha una visione di insieme dei loro  paesi, proiettati al cambiamento  futuro, con  una quantità di risorse tali da consentire di  ammodernare le infrastrutture obsolete e  recuperare il  patrimonio abitativo,  fondi per incentivare gli interventi sul  risparmio energetico con l’utilizzo di nuove tecnologie al passo con i problemi ambientali che viviamo.
Dal 2008 ad oggi il nostro settore ha perso , nel contesto territoriale il 46% della sua capacità produttiva, con una perdita di posti di lavoro pari a 6 mila addetti nella sola provincia di Potenza, mentre a livello nazionale si sono persi 800 mila posti di lavoro, un dato impressionante di cui non servono commenti.
Le imprese di costruzione della Basilicata, in particolare quelle piccole rappresentano il 90%  del tessuto produttivo e quindi le politiche per il rilancio devono essere fatte nel più breve tempo possibile.
Non possiamo permetterci – sottolinea Iacovino – di avere situazioni come quelle del “distretto G”, che andrebbe definito il “ Pasticciaccio di via Verrastro”, dove, dopo avere effettuato l’appalto e consegnato i lavoro all’impresa di costruzione, sparisce l’ente appaltante perché non si capisce se è la Regione Basilicata a dovere seguire i lavori oppure l’Eipli.
Questo appalto è  nato sotto una cattiva stella, già un anno fa  la commissione di vigilanza sui lavori pubblici fece dei rilievi per la nomina del Presidente della commissione aggiudicatrice e il RUP( responsabile unico del procedimento), creando seri problemi per l’appalto.
Anche un appalto di queste dimensioni è messo in crisi, ma quello che ci preoccupa di più è il mancato completamento di un lavoro pensato negli anni 60, per sviluppare una aree a vocazione agricola,  senza  che questo possa preoccupare ed intervenire.
Giova, invece, capire quali sono le logiche che sottindendono  al mancato pagamento degli stati di avanzamento maturati, mettendo a rischio l’esistenza stessa  dell’impresa per l’enorme anticipo fatto e tutte le maestranze, che in un periodo così  difficile per il settore delle costruzioni hanno trovato un lavoro. 
Non abbiamo mai fatto populismo e tanto meno polemica, ma  risulta difficile capire e giustificare  alcune logiche  che animano la nostra classa politica, che invece di rimuovere gli ostacoli hanno la capacità di metterli, come se fosse il gioco dell’oca.
Molto delle problematiche registrate sono da riferirsi alla condizione di commissariamento   ventennale  dell’Eipli,  sottodimensionata sia in organico che nelle funzioni, quindi abbiamo appreso con vero piacere che la Regione, per Bocca del Presidente Marcello Pittella, abbia chiesto al Governo la fine di un commissariamento non più giustificabile.
Quindi ci associamo a questa richiesta, serve per fare chiarezza e soprattutto ridare il ruolo di centralità ad un ente che può fare molto per la nostra regione.
E’ arrivato il momento di agire, altrimenti chiuderemo la nostra Regione per consunzione”.

bas 02

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