“Il 10 gennaio saranno scaduti i termini per impugnare l’articolo 38 e attendere i primi giorni del mese prossimo, per agire, significherebbe sottrarsi all’impegno di coerenza assunto ieri con il territorio.”
La Confapi di Matera, che da mesi chiede l’impugnazione, continua a sostenere la necessità di agire prima che sia troppo tardi.
“La Regione non può attendere il passo indietro del Governo per decidere sul da farsi. La manifestazione di ieri – ha dichiarato il presidente della Confapi Matera, Enzo Acito – ha palesato, in maniera eclatante, il malessere del popolo lucano. La società civile, molti Comuni, numerose associazioni e tanti altri hanno ribadito la netta contrarietà al “cambio di residenza” della sovranità energetica: il potere deve restare alle Regioni. E attendere o affidarsi al “tanto ci sono altre Regioni che impugneranno l’articolo” non basta, perché devono mobilitarsi almeno cinque Regioni.”
Rivedere il “titolo concessorio unico” è un dovere, sottrarsi a questa responsabilità politica screditerebbe una regione che continua a presentarsi come esempio culturale internazionale. La reputazione costruita attorno a concetti come open, smart, future si sta sgretolando sotto il peso delle scelte, o non scelte, fatte.