“Qualche giorno fa, nella surreale quiete ferragostana, si spegneva Nino Somma, personaggio centrale, com’è stato diffusamente rilevato, nella storia economica e sociale della Basilicata con una proiezione, per affinità elettive, in Puglia, sua seconda regione di adozione. Nino è stato ricordato e commentato variamente con affetto ed anche con qualche superstite, talvolta ingrata, asperità, come avviene in tutte le vicende che si collocano in un ciclo complesso e difficile della vita civile di una regione. Tuttavia sarebbe non solo inutile ma sciocco ignorare stile, qualità e intraprendenza di un personaggio che ha coperto ruoli e spazi impensabili in una sola, seppure straordinaria, vita”.
E’ quanto afferma in una nota Vincenzo Viti, ex deputato al Parlamento ed ex amministratore regionale
“Una morte così ingrata e inaspettata – aggiunge Viti – si porta dietro ricordi e bilanci che andrebbero commentati obbiettivamente. Nino è stato un personaggio multidisciplinare, se si potesse dire, ed eccentrico nella vita pubblica lucana e non solo. Nella mia esperienza politica e istituzionale l’ho incrociato nelle tantissime vicende, tutte interne alla impetuosa trasformazione dei caratteri dell’economia e della società lucana: dalla crisi, che superammo insieme, della Siderurgica Lucana, al protagonismo nella modernizzazione dei vecchi assetti bancari fino alla creazione, con operatori parimenti intelligenti, di un grande polo finanziario lucano cresciuto fino al limite posto dalla competizione che premeva ai confini troppo angusti dell’economia regionale. Vicende che andrebbero ricostruite e raccontate sulla base di riferimenti e documenti meno aleatori e di riflessi emozionali peraltro comprensibili. Tutto ciò fino all’ingresso nel sistema dei servizi per le infrastrutture e per l’ambiente: terreno sdrucciolevole ma sempre gestito e vigilato con scrupolo e con onestà imprenditoriale (come spero possa apparire presto chiaro). Possiamo dire senza enfasi – prosegue – che Somma è stato uno dei primi esempi di un’attitudine moderna a gestire le opportunità di mercato, a posizionarsi in tutti gli spazi offerti dal progresso delle tecnologie e dalle opportunità offerte dalle relazioni fra professionalità, competenze e rischio imprenditoriale. Tutti geni trasferiti e debitamente distribuiti fra i figli e organizzati in un’efficiente sistema gestionale, oggetto di apprezzamenti e di critiche quando non di compulsive cattiverie come sovente accade nel corso delle parabole di successo. L’uomo poi era, anche nella comune considerazione, di una intelligenza e di un garbo costruiti sia sulla misura e sul rispetto degli altri, sia sulla consapevolezza delle non trascurabili risorse personali : fatte di intuito, di coraggio e, quando serviva, di spregiudicatezza. Chi l’ha conosciuto e seguito nelle alterne vicende di un’avventura intensa e ‘multimediale’ non potrebbe che riconoscergli il merito di aver innovato non solo nel paesaggio domestico dell’economia lucana ma spingendo lo sguardo talvolta oltre le Colonne d’Ercole: limen che talvolta premia, più spesso ‘perde’ gli spiriti più intraprendenti. Pur se retrospettivamente non vi è memoria di sconfitte irrimediabili. Credo perciò, e non solo per l’ossequio che si deve alla Morte, che nessuno che, per le più varie ragioni, abbia polemizzato con Nino, possa oggi disconoscerne – conclude Viti – il valore ed ammettere il vuoto che egli lascia in un panorama che si fa ogni giorno più arido ai limiti della dissipazione e della estenuazione. Mi pare questa, una ragione fra le tante per ricordarlo con affetto e, se è consentito, con malinconia”.