Rete Imprese Italia Potenza raccoglie l’allarme lanciato da Confcommercio sul credito negato alle pmi lucane, un allarme che attesta che le ditte commerciali ed artigiane sono fortemente penalizzate dal sistema del credito. E’ quanto sostiene in una nota il presidente Antonio Miele ribadendo che “i Confidi rappresentano un efficace strumento di garanzia mutualistica, ispirato al principio della sussidiarietà pubblico-privato, capace di facilitare l’accesso al credito da parte delle piccole imprese. Per questo è necessario valorizzarne il ruolo, potenziandone il patrimonio e semplificando le norme che li regolano”.
In particolare, Rete Imprese Italia – sottolinea Miele – sollecita una rapida revisione del quadro normativo in cui operano i Confidi, con interventi mirati ad una drastica semplificazione, al loro rafforzamento patrimoniale, anche attraverso l'ottimizzazione dell'impiego delle risorse pubbliche destinate a sostenere l'accesso al credito. Necessario anche sbloccare i fondi previsti dalla legge n. 147/2013 (Legge di stabilità). Secondo Rete Imprese Italia avrebbe positivi effetti sugli imprenditori il complessivo alleggerimento degli adempimenti che il sistema dei Confidi è tenuto a espletare, con l’obiettivo di contenere i costi organizzativi e di gestione, senza ovviamente alterarne il profilo di rischio. Così come viene sollecitato il rafforzamento dei principi di specificità e proporzionalità nella applicazione della normativa di vigilanza, poiché oggi i confidi sono di fatto equiparati a tutti gli effetti alle banche. Inoltre Rete Imprese Italia auspica la rivisitazione delle modalità operative del Fondo Centrale di Garanzia, che, per agevolare l'accesso delle piccole imprese, possa ammettere l'utilizzo di portafogli. Inoltre – riferisce Miele – al credito negato si aggiunge il credito non onorato dalla P.A. Uno studio realizzato da Confartigianato e i risultati di un sondaggio condotto da Ispo per la Confederazione su un campione di piccoli imprenditori che vantano crediti commerciali verso gli Enti pubblici, mostrano che al 21 luglio 2014 sono stati pagati alle aziende 26.139 milioni, pari al 55% dei 47.519 milioni di euro stanziati con i Decreti ‘Sblocca debiti’ del 2103 e con la legge di stabilità 2014. A 163 giorni dalla fine dell’anno, gli imprenditori devono ancora riscuotere 21.380 milioni. Nel frattempo, prosegue la “maratona” degli imprenditori alle prese con la piattaforma web messa a disposizione dal Governo per la certificazione dei crediti. Mentre sul fronte dei debiti arretrati la situazione è ancora incerta – prosegue Miele – la situazione dei tempi di pagamento ha registrato da inizio anno un sostanziale miglioramento Il sondaggio in esame rileva che i tempi medi della Pa per saldare le fatture, tra gennaio e settembre 2014 si sono accorciati da 104 a 88 giorni. Stiamo lavorando bene ma siamo ancora lontani dalla soglia imposta dalla legge in vigore dal primo gennaio 2013 che fissa a 30 giorni il termine per i pagamenti nelle transazioni commerciali”.
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