Il presidente provinciale dell’Aiart di Matera Vincenzo Scalcione esprime in una nota vivo plauso per l’azione preannunciata dal presidente Marcello Pittella, in merito alla disponibilità alla costituzione di una “Fondazione per l’Europa” intitolata allo statista lucano Emilio Colombo.
“Credo si tratti di un gesto di grande valore strategico che riannoda il giusto riconoscimento alla memoria dell’illustre corregionale, con l’attualità delle sfide oggi in campo. Il semestre italiano risulta difatti soltanto l’ultima delle cornici, seppure fondamentali, all’interno delle quali necessariamente inquadrare la proposta–Paese. La Basilicata, regione di “attraversamento” finanche per collocazione geo-istituzionale evidenzia tutti i tratti propri dello sforzo di comprensione e ridefinizione che occorre compiere per poter essere pienamente “regione d’Europa”. La cittadinanza europea alla quale ci iscriviamo, se per vasti tratti ci è stata conferita in eredità, per altri è il frutto di laboriose conquiste, alle quali il pensiero e l’azione di Emilio Colombo ha contribuito in maniera fondamentale. Ultimo dei Padri costituenti, celebrato nelle sedi d’Europa con riconoscimenti di altissimo prestigio, a lui dobbiamo quel costante impegno a guadare al vecchio continente nella sua interezza. In tempi in cui hanno tenuto banco le più diverse proposte di collocazione geo-politica dei paesi stremati dal secondo conflitto mondiale, la sua lucida analisi seppe fare sintesi delle esigenze della sicurezza, con le ragioni dello sviluppo democratico. A quella sua capacità di coniugare fervente europeismo con logiche nazionali occorre oggi continuare a guardare, recuperando un’etica dell’ascolto. La proposta appena annunciata dal Presidente Pittella ritorna quindi all’originaria visione dell’Europa come programma, delle sue tante e diverse accezioni, perché essa non è mai stata un oggetto in senso essenziale, bensì un’idea; l’Europa non risiede infatti nel suo essere un insieme di oggetti geografici o statali: è invece questo privilegiato spazio di libertà come ci ricordava Tucidide, i cui mutevoli confini risultano sempre pronti a consentire di guadagnare nuovi spazi per la democrazia”.
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