Per il Presidente della Seconda Commissione consiliare “i rapporti del’Istat e del Cnel sono impietosi rispetto alla crescente sfiducia trasversale nei partiti”
“La fotografia che hanno scattato e diffuso oggi l’Istat e il Cnel attraverso il primo rapporto sul ‘benessere equo e sostenibile’ è di un Paese attraversato da forti disuguaglianze sociali, da altrettanto elevati divari territoriali, aumento della povertà e qualità del lavoro in peggioramento per via della crisi. Se ce ne fosse bisogno è da questa fotografia che la politica e le istituzioni devono ripartire, dopo le elezioni di febbraio, per garantire equa e sostenibile governabilità al Paese e alla Basilicata”. E’ quanto sostiene il presidente della Seconda Commissione (Bilancio-Programmazione) Antonio Autilio, evidenziando che “la crisi economica degli ultimi cinque anni sta mostrando i limiti del modello sociale italiano in cui la famiglia ha funzionato da ammortizzatore sociale, al punto che, come riferiscono i ricercatori dell’Istat e del Cnel, si è ridotta ulteriormente la già scarsa mobilità sociale”. <br /><br />“Ed è proprio dall’indicatore del ‘Bes’ (Benessere equo e sostenibile) che – aggiunge Autilio – si misura il livello di progresso che l'Italia vorrebbe realizzare e con esso il livello di credibilità della classe politica e dirigente ad ogni livello. Di fatti, tra gli indicatori – identificati da un comitato insieme all’associazionismo femminile, ecologista, dei consumatori e all’associazionismo in senso lato – figurano salute, istruzione, lavoro, benessere economico e sociale, partecipazione alla vita politica, sicurezza, servizi, cultura e ambiente, ma anche la percezione soggettiva. Tra i fattori rilevati, la persistente disparità territoriale e di estrazione sociale, con situazioni peggiori al Sud e tra le persone di estrazione sociale più bassa continuano a essere le più penalizzate in tutte le dimensioni considerate. Il Rapporto è inoltre impietoso – continua il Presidente della Seconda Commissione – rispetto alla crescente sfiducia trasversale nei partiti, nel Parlamento, nei Consigli regionali, provinciali e comunali, nel sistema giudiziario, che attraversa tutti i segmenti della popolazione, tutte le zone del Paese, le diverse classi sociali. A marzo 2012 – riferiscono Istat e Cnel – si segnala il dato peggiore sul fronte della fiducia dei cittadini verso le istituzioni con riguardo specifico ai partiti politici. In una tale situazione non sorprende che la partecipazione politica sia bassa e in diminuzione. Siamo, dunque, di fronte ad una sorta di ultima chiamata a lavorare perché in attesa dell’insediamento del nuovo Parlamento e con esso della formazione di un nuovo Governo si adegui il programma di legislatura regionale affrontando le emergenze sociali che abbiamo di fronte praticando il metodo della solidarietà e dell’attenzione rafforzata verso i problemi più acuti che vivono le nostre comunità”.<br /><br />“Sul piano della partecipazione democratica – conclude Autilio – non c’è più alcuna ragione per ritardare l’approvazione del nuovo Statuto regionale”.<br /><br /><br />