“Con il progetto Copes rischiamo di replicare la stessa esperienza degli Lsu”. A lanciare l'allarme è il segretario della Cisl Basilicata, Enrico Gambardella, che punta il dito in particolare contro quelle amministrazioni comunali, “colpevoli di aver approfittato di risorse umane a costo zero e di non aver prodotto alcun progetto concreto di reinserimento lavorativo per i percettori del sussidio economico, così com'era nella ratio del programma e nella logica di un provvedimento all'avanguardia nel panorama nazionale, nato per reinserire le persone in difficoltà nel mercato del lavoro”.
Per Gambardella “la storia del Copes è per molti versi sovrapponibile a quella storica degli Lsu. Molte amministrazioni comunali ancora una volta hanno evidenziato tutta la propria miopia, preferendo impiegare alle proprie dirette dipendenze e nelle più svariate attività, dalla raccolta dei rifiuti alla manutenzione del verde urbano, i disoccupati che hanno partecipato al progetto, complice la sostanziale gratuità della prestazione lavorativa, la riduzione dei trasferimenti agli enti locali e la cronica carenza di organico. Il risultato è che in molti casi gli unici beneficiari del progetto Copes sono stati proprio i Comuni, che hanno potuto fornire servizi a costo praticamente zero, mentre i percettori del sussidio non hanno registrato miglioramenti sostanziali nella propria condizione economica e lavorativa; i più fortunati sono passati dallo status di disoccupati a quello di sottoccupati. I sindacati confederali lucani stanno avanzando in queste settimane una proposta che va nella direzione di una riforma del modello attuale di sussidio sociale”.
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