“Forse non sarà la nostra “marcia del sale”, ma quanta forza c’è e desiderio di dialogo e amore, che è conoscenza, nel nucleo di resistenza e azione nonviolenta che in queste ore sta accompagnando Marco Pannella nel suo Satyagraha, nel nostro Satygraha?” Se lo chiede Maurizio Bolognetti in sciopero della fame dalle ore 23.55 del 21 luglio a sostegno degli obiettivi dell’iniziativa nonviolenta di Marco Pannella sui temi della giustizia.
“Capita, a dire il vero sempre più di rado – spiega Bolognetti – che qualcuno ironizzi su una forma di lotta di cui Marco Pannella ha scritto: “l’amore e la nonviolenza non sono mai ricatto perché non si ha ricatto nella difesa, nella sete e fame di verità e conoscenza se non per chi ha paura. La nostra iniziativa nonviolenta ha come dogma di aiutare il potere a fare quello che esso secondo le proprie leggi vuole e deve fare”. Appunto – spiega l’esponente radicale – “deve fare”. E nel cammino intrapreso da migliaia di persone, in questa nostra “marcia” che corre anche sui codici binari della rete, c’è questo: il chiedere al potere, alle nostre Istituzioni di interrompere la strage di legalità, diritto, diritti, di interrompere la flagranza di reato contro i diritti umani e la Costituzione Repubblicana. Il richiamo a una civiltà giuridica, da guadagnare e riguadagnare, rivolto a quel Cesare, a quei Cesari che ingoiano il cammello dello Stato di diritto. A loro, noi digiunatori, chiediamo di onorare, invece, quel “beati quelli che hanno fame e sete della giustizia perché saranno saziati”. E a chi – conclude Bolognetti – nonostante tutto indossa i panni del benaltrismo, con affetto diciamo che noi digiunatori ci rivolgiamo a chi ogni giorno ingoia i diritti di ciascuno e di tutti, a quelli che hanno mangiato e digerito la Costituzione, le regole, la legge e, ahimè, a volte anche la compassione. Diritto, Giustizia, Ambistia e Libertà".