Il capogruppo dell’Udc riferendosi all’ultimo tragico incidente sottolinea le responsabilità da parte dell’Anas che “perde tempo prezioso nella progettazione e realizzazione di interventi che sarebbero serviti a salvare qualche vita umana”
“L’ennesima morte tragica sulle arterie dell’area nord ci porta all’amara convinzione che ormai non si può più aspettare per aumentare la sicurezza sulla viabilità e, in particolar modo, sulla infrastrutturazione di quella parte della Basilicata“. E’ quanto dichiara in una nota il capogruppo Udc in Consiglio regionale, Francesco Mollica.<br /><br />“La comunicazione di questi eventi – continua il capogruppo – non ci assolve dall’ultimo tragico incidente capitato ad una giovane vita di soli ventisette anni e alla quale famiglia non ci sarà cordoglio che potrà alleviare il dolore. Non ci assolve in quanto, pur avendo l’Anas responsabilità in merito alla gestione della strada, avremmo dovuto, e non so in quale maniera, obbligare questo Ente ad utilizzare i fondi che da troppo tempo la Regione gli ha messo a disposizione negli A.P.Q. ( Accordi di Programma Quadro ). Diversi milioni di euro che per le lungaggini burocratiche sono ancora fermi e mentre la gente protesta e continua a morire, l’Anas fa spallucce e perde tempo prezioso nella progettazione e realizzazione di interventi che sarebbero serviti a salvare qualche vita umana”.<br /><br />“Bisognava con il suddetto Ente aprire una vertenza forte, se non una vera e propria guerra, per come questa Regione viene trattata nonostante programmi e fondi che puntualmente rimangono inutilizzati per questioni meramente burocratiche o, addirittura, talvolta utilizzati momentaneamente su altre infrastrutture fuori dalla nostra Regione. Il fatto stesso di averli programmati, però, non ci assolve – ribadisce duramente Mollica – dal fatto di essere colpevoli per queste morti e, sinceramente, in cuor nostro chiunque abbia responsabilità politiche deve sentirsi colpevole di omicidio colposo per non aver insistentemente pressato affinché le nostre strade, pur se finanziate, ancora oggi non risultano sicure per ritardi di altri”.<br />