Interrogazione Singetta su screening audiologico neonatale

Il consigliere Singetta chiede, tra l’altro, di sapere “lo stato d’attuazione del progetto per lo screening audiologico neonatale in Basilicata”

&ldquo;Lo screening audiologico neonatale &ndash; dice Singetta – rappresenta un importantissimo strumento, utile a riscontrare la sordit&agrave; genetica, una condizione patologica grave che presenta un potenziale impatto negativo sullo sviluppo del linguaggio e sullo sviluppo cognitivo e relazionale del bambino, se non affrontata con adeguate azioni terapeutiche e attenzioni educative&rdquo;.<br />&ldquo;Per questi motivi &ndash; continua il consigliere – assume fondamentale importanza la diagnosi precoce, fin dai primi giorni di vita, attraverso la quale &egrave; possibile riscontrare &ndash; ove presente &ndash; un difetto uditivo, al fine di effettuare interventi terapeutici efficaci. Lo screening audiologico neonatale (la cui importanza &egrave; stata recepita, a livello europeo, fin dal 1998) &egrave; stato introdotto gi&agrave; nel 1997 in Italia, dal momento che la sordit&agrave; infantile rappresenta una problematica frequente, con circa 1500 &ndash; 2000 bambini che nascono, ogni anno, affetti da ipoacusia grave. Dal 1997 ad oggi sono stati fatti molti progressi nella diagnosi precoce della malattia, anche se persistono ancora marcate differenze (in termini percentuali) tra le varie Regioni e non vi &egrave; nessuna direttiva nazionale in materia&rdquo;.<br /><br />&ldquo;Secondo i dati forniti dall&rsquo;Osservatorio Disabilit&agrave; del Dipartimento di Scienze Biomediche Isfol &ndash; Istituto Italiano di Medicina Sociale – nel 2011 l&rsquo;80 per cento dei neonati &egrave; stato sottoposto al sopra citato esame (con una copertura che raggiunge punte del 95 per cento in ben 12 Regioni italiane, ovvero: Lombardia, Liguria, Piemonte, Valle d&rsquo;Aosta, Veneto, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Toscana, Marche, Umbria, Molise e Campania); la Basilicata (insieme alla Calabria e alla Sicilia) risulta essere una delle Regioni in cui lo screening stenta a decollare, nonostante sia presente una Delibera di Giunta regionale (la n. 387 del 26 marzo 2008 &ldquo;Progetto di screening neonatale universale (SNU) su scala regionale per la prevenzione dei disturbi permanenti dell&rsquo;udito in et&agrave; evolutiva&rdquo;) che, riconoscendo che &ldquo;[…] la tutela della salute del bambino costituisce un impegno di valenza strategica per gli interventi di promozione del benessere della popolazione generale [&hellip;]&rdquo;, si proponeva di &ldquo;[&hellip;] realizzare il progetto presentato dal Dipartimento di Neuroscienze dell&rsquo;Azienda Ospedaliera Regionale &lsquo;San Carlo&rsquo; di Potenza [&hellip;] da condurre nei punti nascita presenti sul territorio regionale&rdquo; individuava &ldquo;[&hellip;] l&rsquo;Azienda Ospedaliera Regionale &lsquo;San Carlo&rsquo; di Potenza quale Centro Regionale di Riferimento per tutte le attivit&agrave; previste su scala regionale per lo screening uditivo universale &ndash; SNU&rdquo;.<br /><br />Da quanto risulta allo scrivente, tale delibera &egrave; rimasta, di fatto, inattuata (nonostante sia stato sottoscritto un protocollo operativo tra A.O.R. &lsquo;San Carlo&rsquo;, Asp e Asm in attuazione della predetta), tanto che i controlli audiologici sui neonati vengono eseguiti, per la maggior parte dei casi, dai pediatri di libera scelta, durante i primi mesi di vita del bambino e non nel periodo neonatale.<br />Alla luce di quanto esposto, il consigliere Singetta interroga il Presidente della Giunta regionale e l&rsquo;Assessore al ramo competente per conoscere: &ldquo;lo stato d&rsquo;attuazione del progetto per lo screening audiologico neonatale in Basilicata (ovvero, se sia stata data attuazione a quanto stabilito con D.G.R. 387/2008 ovvero i motivi che ne hanno determinato la non esecutivit&agrave;); quali sono – se presenti – i punti nascita dotati di apparecchiature necessarie alla realizzazione dello screening (che dovevano essere acquistate con fondi pre-impegnati in bilancio, pari ad &euro; 70.000,00); se esistono dati aggiornati relativi a questo esame (percentuale di neonati sottoposti al test, percentuale di neonati affetti da ipoacusia grave, a livello regionale); se e quali interventi si intendano mettere in atto per favorire la diffusione dello screening neonatale presso tutti i punti nascita del territorio regionale, in modo da favorire l&rsquo;identificazione precoce della sordit&agrave; genetica e/o congenita, nonch&eacute; effettuare un efficace intervento terapeutico per evitare l&rsquo;insorgenza del sordomutismo.<br />&nbsp;&nbsp;

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