Il consigliere del Gruppo Misto ritiene che “la tutela delle popolazioni sia prioritaria rispetto a qualsiasi altra considerazione e che ci siano tutte le condizioni per scrivere la parola ‘fine’ su questa brutta pagina ambientale della Basilicata”
“Ancora una volta, nei giorni scorsi, alcune organizzazione ambientaliste hanno denunciato le criticità emerse nei dati diffusi dall’Arpab, relativamente al mese di marzo scorso, con la richiesta al ministero dell’Ambiente di esercitare ‘poteri sostitutivi’ per bonificare il sito interessato. Sono ancora convinto che è inadeguata alla gravità del problema, la concessione dell’Autorizzazione Integrata Ambientale (AIA), come strumento per giungere, poi, alla dimostrazione delle inadempienze di ‘Fenice’”. E’ quanto dichiara il consigliere regionale del Gruppo Misto, Enrico Mazzeo.<br /><br />“Dagli elementi rilevati – prosegue il consigliere – viene fuori, ancora una volta, una situazione allarmante, di vera emergenza, in quanto si registrano concentrazione di ‘triclorometano’ superiori al limite massimo consentito, in ben 4 pozzi sui 9 esistenti e del ‘dicloropropano’, fuori norma in 3 pozzi. Particolarmente inquietante sono i dati relativi ai metalli pesanti che inquinano le falde acquifere, come ad esempio il ferro, che evidenzia nel pozzo 6 una concentrazione di 1490 rispetto al valore limite di 200 µg/l, il nichel il cui valore limite di 20 µg/l è superato nel pozzo 1 (21), nel pozzo 6 (215), nel pozzo 7 (247), nel pozzo 8 (586) e nel pozzo 9 (250). Diffusa anche la presenza di manganese: pozzo 1 (132), pozzo 2 (1141), pozzo 4 (330), pozzo 6 (1685), pozzo 7 (173), pozzo 8 (1088), pozzo 9 (197) col limite di 50 µg/l. Cos’altro dobbiamo aspettare? – si domanda Mazzeo.Il fatto che questi elementi fuori norma siano nocivi per la salute dei cittadini, non necessita di ulteriori dimostrazioni”.<br /><br />“Ricordo che nel corso del recente dibattito su ‘Fenice’ – continua Mazzeo -, unitamente al consigliere Singetta, ho proposto una mozione in Consiglio regionale che chiedeva alla Giunta regionale di iniziare le procedure amministrative, suffragate da pareri tecnici e legali adeguati, finalizzate alla chiusura dell’impianto ‘Fenice’, fino alla bonifica dei luoghi e alla messa in essere di procedure sicure, per la salute e per l’ambiente. Ribadivamo, altresì, di respingere atteggiamenti arroganti e ricattatori da parte delle società interessate operanti sul territorio regionale”.<br /><br />“Personalmente – conclude il consigliere del Gruppo Misto – ritengo che la salvaguardia e la tutela delle nostre popolazioni sia prioritaria rispetto a qualsiasi altra considerazione e che ci siano, per chi le vuole vedere, tutte le condizioni per scrivere la parola ‘fine’ su questa brutta pagina della tutela ambientale della Basilicata”.<br />