Incendi: associazioni volontari difendono presidente Parco Pollino

"Le trenta Associazioni di Volontariato di Protezione Civile che partecipano nell’anno 2012 insieme con il Parco Nazionale del Pollino alla difesa del territorio dagli incendi, fanno quadrato attorno al Presidente e alla dirigenza dell'Ente Parco Nazionale del Pollino, divenuti bersaglio di alcune associazioni ambientaliste dopo l'incendio che ha colpito il fronte calabro del Massiccio del Pollino.
Apprendiamo in questi giorni dagli organi di stampa – scrivono i sodalizi di volontariato in una nota diffusa dall'ufficio stampa del Parco – delle polemiche che infuriano dopo l’incendio devastante che ha sconvolto il territorio del Parco Nazionale del Pollino e della richiesta di dimissioni del presidente, Domenico Pappaterra, avanzata da alcune associazioni. L’attacco è rivolto non ai piromani o a chi ha attentato al patrimonio naturale del Parco, ma al Parco stesso ed al suo sistema di Antincendio Boschivo, tutto centrato sull’opera dei volontari delle associazioni di Protezione civile scaturito dall’impegno proprio dell’Amministrazione dell’Ente Parco che negli ultimi quattro anni ha profuso il massimo impegno dapprima per candidare un progetto ad ottenere i finanziamenti necessari, e poi per attuarlo nel migliore dei modi facendolo divenire la migliore pratica d’Italia”.

"L’Ente Parco, infatti, in collaborazione con Confcooperative Basilicata e Calabria, Legambiente Basilicata e Calabria, WWF, Astrambiente, Uisp Calabria, Copollino, Associazione Guide – prosegue il comunicato –  ha ottenuto il cofinanziamento da parte di Fondazione per il Sud per il progetto”Costruiamo una rete di Protezione civile nel Parco Nazionale del Pollino” che ha permesso la formazione di circa mille volontari impegnati nelle attività di antincendio boschivo oltre a numerose altre attività di educazione e prevenzione ambientale.
I risultati di questi anni di attività sono stati, quindi, lusinghieri, tanto che la stragrande maggioranza degli incendi avvistati all’interno del Parco hanno prodotto pochi danni in termini di quantità e qualità delle superfici percorse dal fuoco.
Il sistema AIB del Parco, che è tuttavia integrativo rispetto a quelli messi in essere dalle Regioni, però – avvertono le Associazioni – può fare poco di fronte ad un attacco criminale su più fronti e nelle condizioni climatiche del momento, nonostante il tempestivo avvistamento dei focolai fosse avvenuto ad opera della associazioni di Protezione civile e nonostante il loro intervento, anche al di fuori del territorio del Parco, per un tentativo di spegnimento.
È veramente sbagliato gettare la croce sul Presidente del Parco, Pappaterra, al quale esprimiamo la nostra solidarietà e il nostro ringraziamento per aver operato con abnegazione per cercare di fare fronte con gli scarsi mezzi a disposizione all'emergenza scattata sul Pollino. Com'è sbagliato gettare la croce sulle organizzazioni di volontariato e sui volontari che in questi anni si sono prodigati in silenzio per la tutela del patrimonio naturale del Parco.
Qualcuno obietta che le associazioni lo fanno per speculazione o per arricchirsi e ci spiega dottamente come in fondo sono le uniche che ci guadagnano con gli incendi boschivi del Pollino esprimendo così un'affermazione tanto offensiva quanto senza fondamento. Basta riportare poche cifre e fare pochi semplici conteggi: l’Ente Parco, per le 18 associazioni coinvolte fino al 2011 nella campagna AIB (oggi le associazioni che hanno deciso di aderire all’AIB sono divenute 30!) e mille volontari impegnati per circa 3 mesi, ha impegnato 180.000 euro. Come dire: 180 euro a volontario, 60 al mese. E già così è una miseria; però se consideriamo che c’è l’obbligo di assicurare tutti i volontari (30-40 euro ognuno per un totale di 40.000 euro) che bisogna far marciare i mezzi che ogni anno fanno decine di migliaia di chilometri (un mezzo Antincendio Boschivo carico di acqua fa 5-6 km al litro con il carburante che è arrivato a sfiorare i 2 euro a litro) cui vanno aggiunte le spese per la manutenzione dei mezzi e altro, allora è evidente che dal punto di vista economico non è certo un affare. Consideriamo poi che questo contributo solo per il 50% è concesso alle associazioni a titolo di rimborso spese. Il rimanente 50% lo si riceve come premialità solo se il numero degli incendi nella stagione si mantiene inferiore a quello degli anni precedenti. In sostanza, dunque, più incendi si verificano, meno contributo il Parco versa alle associazioni. Non esiste nessun rimborso extra per gli interventi che si fanno in caso di incendio per attività di spegnimento. L’interesse delle associazioni è quindi che ci siano meno incendi possibili, anzi che non ce ne siano proprio, così da poter ottenere il 100% di premialità, muovendo poco i mezzi e quindi consumando meno carburante, non esponendo i volontari alla fatica ed al rischio connessi all’attività dell’antincendio boschivo.
È una vergogna, dunque – concludono i trenta sodalizi attraverso la nota diffusa dall'ufficio stampa del Parco – trattare in questo modo le associazioni di Protezione civile ed i volontari che si spendono per la tutela del territorio”.

BAS 05

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