Comuni, Vita: serve nuovo civismo e welfare municipale

Per il capogruppo del Psi l’ente locale deve agire in sinergia con le diverse componenti che possono partecipare alla realizzazione delle condizioni di benessere dei cittadini rendendo fruibili i diritti ai servizi sociali primari

“Il nuovo civismo e il ‘welfare municipale’ devono diventare i temi prioritari per affrontare, soprattutto nel Mezzogiorno, le elezioni amministrative di maggio, tenuto conto, da un lato, che le amministrazioni locali sono in grave sofferenza, con molti meno fondi a disposizione da destinare al sociale e, dall’altro, che la disaffezione dei cittadini per la politica si scarica anche sui piccoli municipi sempre più impossibilitati, in questa situazione di tagli alla finanza locale, a dare risposte persino a esigenze minime”. E’ quanto sostiene Rocco Vita, responsabile della Consulta Nazionale Amministratori e capogruppo del Psi alla Regione, evidenziando che “il 2011, non a caso è stato definito dal Sindacato dei Pensionati della Cgil l’ ‘annus horribilis’ per la politica sociale del nostro Paese. Ed è proprio il Rapporto dello Spi-Cgil sul welfare municipale che ci aiuta a capire la situazione dei Comuni: nel 2011 i fondi nazionali per gli interventi sociali hanno perso il 63% delle risorse stanziate dallo Stato rispetto all’anno precedente”.

“In particolare – aggiunge Vita -, il fondo per le politiche sociali – che serve a finanziare interventi di assistenza alle persone e alle famiglie – è passato da 929,3 milioni nel 2010 a 273,9 lo scorso anno. Invece è stato cancellato del tutto quello per la non autosufficienza, per cui era previsto uno stanziamento di 400 milioni (in dotazione nel 2010). Drastiche riduzioni sono state operate anche al fondo per le politiche per la famiglia (da 185,3 a 51,5 milioni), a quello per le politiche giovanili (da 94 a 12,8 milioni), a quello per l’infanzia e l’adolescenza (da 30 a 3 milioni) e a quello per il servizio civile (da 299,6 a 110,9 milioni). Inoltre, una fortissima riduzione ha riguardato il fondo per il sostegno all’accesso alle abitazioni in locazione, che porta benefici soprattutto alle persone anziane alle prese con il caro-affitti e la scarsa disponibilità di alloggi ad affitto concordato, passato da 143,8 a 32,9 milioni. Ancora, sono “scomparsi” il fondo per l’inclusione sociale degli immigrati e i fondi destinati al piano straordinario di intervento per lo sviluppo del sistema territoriale dei servizi socio-educativi per la prima infanzia”.

“Sempre nello scorso anno- afferma il capogruppo del Psi -, la spesa sociale dei Comuni – che comprende servizi a favore degli anziani, dei minori, dei diversamente abili e rivolti verso il disagio – è diminuita dell’1,8%, con una riduzione di 166,5 milioni e una minore incidenza sulla spesa corrente dello 0,6. La diminuzione è stata più forte nei Comuni del Centro (-4,4%), del Sud (-2,8), in quelli tra i 20.000 e i 50.000 abitanti (-2,9) e in quelli che superano i 50.000 abitanti (-3). Nel contempo, come se non bastasse – rileva Vita – le tasse aumentano. La pressione fiscale locale, tra il 2006 e il 2011, è lievitata addirittura del 100%, mentre Il Sole 24 Ore calcola che l’IMU per un appartamento di 100 mq in zona semicentrale può arrivare, al Sud, sino a 1.246 euro (Salerno) e 2.228 euro per un negozio (Crotone) e l’Irpef ha subìto aumenti vertiginosi, oltre il 100%, a Marsala, Lamezia Terme, Brindisi ( +36,4), Bari (+32) Napoli (+15,6) e Firenze (+15,2); invece la Tarsu registra impennate a Reggio Calabria (+64%), L’Aquila (+53), Catania (+35, 4) e Lecce (+34)”.

“C’è dunque bisogno di un nuovo modello di welfare municipale che – sottolinea Vita – è strettamente legato ad un nuovo modello di governance locale basati entrambi sul concetto che l’ente locale non può essere più considerato apparato politico-amministrativo tradizionale ma in stretta sinergia con tutte le diverse componenti che, vivendo in piccole e grandi città-territorio, possono partecipare attivamente alla realizzazione delle condizioni di benessere dei cittadini rendendo effettivamente fruibili i diritti ai servizi sociali primari. Quanto al nuovo civismo, i partiti devono sforzarsi ad essere espressione di una coscienza territoriale e il Comune può essere gestito dai cittadini solo se si ampliano gli strumenti di partecipazione e trasparenza. Per queste ragioni, per i socialisti, il rinnovo di sindaci e consigli comunali – conclude il dirigente del Psi – è un’occasione per rinnovare le classi dirigenti meridionali e con esse per modernizzare le politiche di governance del territorio”.

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