Oltre ai terreni anche stalle e i fienili, gli annessi rustici, i capannoni per ricovero attrezzi: la nuova patrimoniale Imu sta per colpire pesantemente i mezzi di produzione per le imprese agricole, proprio in un momento di difficoltà congiunturale di tutto il primario. E’ per questo che Coldiretti ha inteso incontrare l’assise dei sindaci lucani riuniti sotto l’egida dell’ANCI presieduta dal Presidente Vito Santarsiero. Coldiretti presentando un proprio documento sul tema IMU ha invitato le rispettive amministrazioni comunali ad esercitare il potere, stabilito per legge, di ridurre fino al 50 per cento l’aliquota Imu prevista per i fabbricati rurali e di ridurre sensibilmente l’aliquota prevista per i terreni agricoli. Si chiede in pratica di tenere in considerazione e di differenziare l’imprenditore agricolo che vive della propria attività.
“L'Imu colpirà pesantemente terreni agricoli e fabbricati rurali – ha illustrato all’incontro Piergiorgio Quarto Presidente Coldiretti Basilicata – dalle stalle ai fienili fino alle ai capannoni necessari per proteggere trattori e attrezzi. In questo modo il decreto Salva-Italia andrà di fatto a tassare quelli che sono a tutti gli effettivi mezzi di produzione per le imprese agricole. Riteniamo che la terra coltivata da una impresa agricola, deve avere un trattamento fiscale ben diverso da quello riservato a chi la possiede per fini speculativi o hobbistici”. “Invitiamo tutte le Amministrazioni comunali ad applicare virtuosamente la facoltà di riduzione delle aliquote, come previsto dall’art. 13 commi 6,7,8 del citato decreto, limitando al minimo l’imposizione per i fabbricati rurali e i terreni agricoli”.
“Vogliamo richiamare alla stessa sensibilità tutti i primi cittadini – ha concluso Quarto- perché non è possibile trattare un bene che produce reddito attraverso la sua coltivazione, come un bene che viene acquisito per intenti speculativi da parte di soggetti terzi rispetto al mondo agricolo”. L’appello rivolto all’ANCI di Basilicata per quanto di sua competenza, è volto a scongiurare la scomparsa di un tessuto di imprese che crea occupazione, garantisce l’equilibrio idrogeologico e produce quella tipicità che rende unico l’agroalimentare nostrano. A livello nazionale è stato già avviato un confronto serrato con il governo al fine di differenziare i parametri riducendo l’aggravio per gli imprenditori iscritti come coltivatori diretti alla previdenza Inps.
Un primo immediato risultato è stato quello di individuare e convocare per i prossimi giorni un apposito tavolo tecnico con la partecipazione di sindaci e esperti della materia e organizzazioni agricole per addivenire ad un posizionamento unitario in favore della auspicata applicazione della riduzione della aliquota.
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