Il consigliere regionale del Pdl: “Penso che con questo atto il Partito Regione abbia toccato il fondo della decenza e dell'arroganza”
“Nella peggiore tradizione della peggiore Democrazia Cristiana, il presidente De Filippo ha provveduto a nominare, in data odierna, il nuovo Direttore Sanitario dell'Azienda Sanitaria San Carlo di Potenza, una azienda importante e fondamentale nell'ambito della sanità lucana”. Ad affermarlo il consigliere regionale del Pdl, Mario Venezia che si domanda: “Chi è il nominato? Un Premio Nobel, un illustre scienziato, un personaggio alla Des Dorides, l'ex Direttore Generale della stessa Asl la cui nomina fu annunciata, sempre dal nostro bravo De Filippo, come quella del Salvatore della Patria?
No! Il nuovo Direttore Sanitario è molto di più, infatti è l'ex segretario, fino ma pochi mesi fa, del Partito Democratico di Lauria. Ed in Basilicata basta la tessera o per incarichi più importanti, il ruolo di segretario di un qualcosa ma sempre del Pd, per ottenere un riconoscimento di grande rilievo e responsabilità come quello di Direttore di un'azienda sanitaria”.
“Non entro nel merito delle competenze del dott. Mandarino – aggiunge Venezia – perché non lo conosco e, nonostante vari tentativi di ricerca sul web compreso il sito dell'ospedale di Maratea, non sono riuscito a leggere un suo curriculum ma di certo è che, il neo direttore, è uomo di Folino che, secondo radio regione, insieme ad un suo altro fido, dott. Maroscia già direttore generale dell'azienda sanitaria di Matera ed attualmente Direttore del Dipartimento di Radiologia del San Carlo, avrebbe preteso la nomina. Nel rispetto della tradizione della peggiore Democrazia cristiana, quindi ha ragione Folino quando dice che ‘Pd uguale peggiore Democrazia Cristiana”.
“Penso che con questo atto – conclude l’esponente del Pdl – il Partito Regione abbia toccato il fondo della decenza e dell'arroganza. Oramai il delirio dell'onnipotenza ha raggiunto un tale livello di patologia che questi signori pensano che l'amministrare non sia della cosa pubblica ma di cosa nostra”.