Navazio: Lucana Film Commission “non butta bene”

Per il consigliere regionale di Ial “il comportamento del Consiglio di amministrazione preoccupa. Preferisce il ruolo burocratico, quello classico, frapponendo una barriera di credibilità”

“A circa 15 giorni dalla scadenza della presentazione delle domande per l’acquisizione di disponibilità alla nomina di direttore della fondazione Lucana Film Commission, nessun dato è stato reso pubblico. Quanti i partecipanti? Quanti gli esclusi ? Quali sono le date in cui si svolgeranno gli specifici colloqui personali?”. E’ quanto sottolinea il presidente del gruppo consiliare di Io amo la Lucania, Alfonso Ernesto Navazio.

“Perché tutto questo silenzio? Perché avvolgere nelle nebbie ciò che può essere fatto alla luce del sole? La Fondazione vive con i soldi pubblici. Non può sottrarsi alle sue regole. Il Consiglio di amministrazione ha avviato, con foto a colori e sorrisi di circostanza, i propri lavori. Ha esaminato le varie istanze, ha escluso candidati, ma ne ha anche ammessi, ha inviato mail (anche se da un account personale quasi si trattasse di un affare privato) e raccomandate con pomposa intestazione geografica distribuita tra Potenza-Roma. Ha sicuramente stabilito la data fatidica, per gli ammessi, si intende, del colloquio orale per constatare il possesso della conoscenza della normativa europea, nazionale e regionale e dei principali strumenti di supporto al settore. Consiglierei anche – dice Navazio – la verifica della conoscenza della lingua inglese (scritta e parlata, of course): chi frequenterà red carpet, direttori, attori, scrittori, makeup artists non potrà sillabare, dovrà pur parlare. Chiediamo trasparenza. Vogliamo solo renderci conto che la scelta su chi cadrà l’onere, ma anche l’onore, di fare partire la nostra Film Commission (tanto attesa) sia la migliore che ci sia in circolazione”.

“Abbiamo molte volte sottolineato – aggiunge Navazio – che la Fondazione Lucana Film Commission è un bene prezioso del territorio, che non possiamo permetterci di non farla funzionare o macchiarla di sospetti. Invece, il comportamento del Consiglio di amministrazione ci preoccupa. Incurante degli appelli e delle richieste di mettere tutto on line, preferisce il ruolo burocratico, quello classico. Frappone una barriera di credibilità. Nel frattempo le voci di corridoio circolano, qualcuno fa scommesse, altri attendono quello che è nei pensieri di tutti. E questo ci dispiace. Non si deve avere timore di scegliere. Se tutto avviene alla luce del sole. Ovviamente. E anche se si trattasse di ciò che si immagina. Noi non abbiamo pregiudizi. Ma, se invece continua a prevalere la nebbia e nemmeno quella fitta, ci ritroveremo allora tutti a dire: lo avevamo detto (ancora una volta)”.

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