Trenitalia, Mollica: segno di impotenza della Regione

“Il silenzio che avvolge la problematica dei tanti lavoratori costretti ad una diaspora lavorativa appare un agghiacciante segno di impotenza regionale al cospetto di una società che non ha in considerazione i tanti lavoratori interessati”

“La trattativa in atto, sul tavolo dei trasporti nazionale, mi induce a risollecitare il Presidente della Giunta regionale a non trascurare la questione dello stabilimento Trenitalia di San Nicola di Melfi , ma di cercare, approfittando del momento di discussione, di portarla a definizione”. E’ quanto dichiara il consigliere regionale Mpa, Francesco Mollica.

“Il silenzio che avvolge la problematica dei tanti lavoratori costretti ad una diaspora lavorativa – continua Mollica – appare un agghiacciante segno di impotenza regionale rispetto ad una società, Trenitalia, che infischiandosene dei lavoratori interessati, delle organizzazioni sindacali confederali regionali e degli stessi assessori regionali che negli anni si sono succeduti, decide di dismettere infrastrutture sul nostro territorio incurante dello stato di crisi che procura ed in spregio alle norme contrattuali ed a quelle, ben più importanti, della vita dei nostri lavoratori, che si sono ritrovati a subire per la prima volta nella storia delle Ferrovie dello Stato Italiano provvedimenti di minaccia di espulsione dal ciclo produttivo in caso di rifiuto allo spostamento. Trenitalia deve spiegare come mai ha deciso di trasferire fuori regione i lavoratori quando, inspiegabilmente, altri lavoratori della Società Rfi (altra società del Gruppo Fsi) vengono a lavorare in trasferta nelle zone unificate dell’ex reparto infrastrutture di Potenza (anche questo annesso alla Puglia) ed in particolare a quello di Foggia. La politica imprenditoriale messa in campo dalla società mira alla spoliazione dei servizi dal nostro territorio, per questo l’invito al presidente De Filippo ed al sottosegretario on. D’ Andrea, a difendere un settore che mostra tutte le carenze in termini di servizio e qualità fornito ai cittadini lucani”.

“Non ci si può limitare a determinare solo atti consiliari occorre avere un riscontro sul piano sociale ed industriale per la nostra regione e per l’intera comunità. La vicenda dello Stabilimento Motori di Melfi – conclude Mollica – l’abbandono delle infrastrutture dell’ex rimessa locomotive di Potenza Centrale, ma più in generale del sistema di abbandono del nostro sistema ferroviario ed infrastrutturale annesso, ci devono spingere ad aprire le giuste interlocuzioni con le sedi centrali del Gruppo Fsi per permetterci una inversione di rotta che, diversamente, ci limiterebbe ad una presa d’atto di chiusure e sprechi”.

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