Open Data, Navazio presenta una proposta di legge

La proposta di legge del consigliere Navazio sottoscritta dagli altri componenti l’Intergruppo di consultazione

”Disposizioni in materia di accesso, pubblicazione e riutilizzo dei documenti e dei dati pubblici dell'Amministrazione regionale in formato aperto tramite la rete internet”. Si tratta della proposta di legge presentata dal consigliere regionale Alfonso Ernesto Navazio (Ial) insieme con Roberto Falotico (Plb) e Franco Mollica (Mpa).

“Detto in altri termini – sottolinea Navazio – si tratta di una proposta di legge che vuole colmare una lacuna per la Regione Basilicata. Dare concreta attuazione al principio secondo il quale i dati prodotti dalle istituzioni pubbliche appartengono alla collettività e, quindi, devono essere disponibili e riutilizzabili. L’assunto logico alla base di tale principio è che se i dati sono pubblici, devono essere resi disponibili in quanto è diritto dei cittadini potervi accedere e riutilizzarli. In questo modo viene incrementata la trasparenza degli organismi pubblici nonchè la partecipazione e la collaborazione tra pubblico e privato”.

Il testo si compone di 8 articoli. L’articolo 1 dichiara il principio della garanzia all’accesso alla informazione pubblica. L’articolo 2 definisce il ruolo di promozione della Regione Basilicata. Con l' articolo 3 vengono fissati gli obiettivi della proposta, vale a dire assicurare l'accesso, la conservazione, la disponibilità, la fruibilità, la gestione, la trasmissione e la riutilizzabilità dei documenti e dei dati pubblici di cui è titolare la Regione o da essa detenuti in modalità digitale. L’articolo 4 precisa i termini utilizzati nella proposta declinandone una definizione. L’articolo 5 individua le azioni che la Regione Basilicata deve mettere in campo in tema di accesso, pubblicazione e riutilizzo dei documenti e dati pubblici, ottemperando ai principi dell’Open Data e del Foia (Freedom of information Act). L’articolo 6, sulla base di un processo consultivo (modalità Crowd Sourcing) rivolto alla comunità lucana in qualità di fruitore finale, impegna la Giunta regionale e l’Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale ad adottare provvedimenti che definiscano: a) i dati, le informazioni e i documenti che possono essere oggetto di immediato riutilizzo; b) le modalità per individuare ulteriori dati e documenti, che possono essere oggetto di riutilizzo in futuro; c) le modalità di pubblicazione dei dati, delle informazioni e dei documenti e le modalità di gestione e aggiornamento del portale regionale di accesso ai medesimi; d) le licenze per il riutilizzo dei documenti e dei dati pubblici di cui l'amministrazione regionale è titolare; e) l'elenco dei formati aperti utilizzabili, individuabili anche in via indiretta, tramite riferimento a standard internazionali. L’articolo 7 riguarda la necessità di sensibilizzare l’opinione pubblica con campagne di comunicazione e informazione. E pertanto, nell’ambito del Piano editoriale che la Giunta regionale adotta ogni anno, possono trovare spazio le campagne di comunicazione e, quindi, di promozione della proposta, creando valore aggiunto. E infine, l’articolo 8 dispone l’invarianza finanziaria della proposta di legge sui conti regionali. Infatti precisa che dall’attuazione della legge non devono derivare nuovi o maggiori oneri, né minori entrate per la finanza regionale.

“I dati aperti, si legge nella pdl, comunemente chiamati con il termine inglese open data anche nel contesto italiano, sono alcune tipologie di dati liberamente accessibili a tutti, senza restrizioni di copyright, brevetti o altre forme di controllo che ne limitino la riproduzione. L'open data si richiama alla più ampia disciplina dell’open government, cioè una dottrina in base alla quale la Pubblica amministrazione dovrebbe essere aperta ai cittadini, tanto in termini di trasparenza, quanto di partecipazione diretta al processo decisionale, anche attraverso il ricorso alle nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione. Una grossa spinta all'affermarsi del movimento Open data in ambito governativo è stata data dall'attuale Presidente degli Stati Uniti d’America, Barack Obama con la promulgazione della Direttiva sull'Open government nel dicembre 2009, nella quale si legge : “Fin dove possibile e sottostando alle sole restrizioni valide, le agenzie devono pubblicare le informazioni on line utilizzando un formato aperto (open) che possa cioè essere recuperato, soggetto ad azioni di download, indicizzato e ricercato attraverso le applicazioni di ricerca web più comunemente utilizzate. Per formato open si intende un formato indipendente rispetto alla piattaforma, leggibile dall’elaboratore e reso disponibile al pubblico senza che, nel contempo, sia impedito il riuso dell’informazione veicolata”. Tali aspettative cominciano a trovare conferme anche in Italia dove, il primo data store made in Italy si è avuto su iniziativa della Regione Piemonte che, nel maggio 2010, ha aperto dati.piemonte.it e quasi un anno dopo anche la Regione Emilia Romagna ha pubblicato il proprio data store regionale dati.emilia-romagna.it”.

I lavori sul testo della legge continueranno nelle prossime settimane con la presentazione della proposta di legge all’interno di un tavolo che unirà il mondo politico e quello giornalistico.
La proposta di legge verrà, infatti, presentata in un incontro pubblico alla presenza di autorevoli sostenitori dell’iniziativa. Tra questi il giornalista, Andrea Fama, che ha realizzato uno studio da cui è stato tratto anche un e-book pubblicato da Lsdi “Libertà di stampa, diritto all’informazione” che analizza l’evoluzione del Data journalism (dalle nuove opportunità offerte dallo sviluppo tecnologico alla spinta civica della cultura Open Data).

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