“Le disposizioni contenute nell'articolo 62 del pacchetto liberalizzazioni varato dal governo rappresentano uno strumento indispensabile per garantire la trasparenza dei rapporti all'interno della filiera agro-alimentare e rafforzare il potere contrattuale del mondo agricolo". E’ quanto sostiene il presidente regionale della Cia, Donato Distefano, sottolineando che "l'obiettivo condiviso è di porre fine alle pratiche commerciali sleali: queste ultime creano condizioni contrattuali che, nei fatti, determinano prezzi reali palesemente al di sotto del costo di produzione medio dei prodotti agricoli. Vale per tutti l’esempio delle quotazioni degli agrumi del Metapontino, frutta di stagione, pagati al produttore un terzo del costo per il consumatore. La misura -ricorda il presidente della Cia- costituisce un positivo passo avanti nel miglioramento e rafforzamento delle relazioni di filiera, anche attraverso l’utilizzo dei contratti quadro. Non solo. La certezza dei tempi di pagamento per le cessioni di prodotti agricoli e alimentari (60 giorni per i prodotti non deperibili, 30 giorni per quelli deperibili) rappresenta un aspetto positivo in grado di rispondere alle esigenze degli agricoltori.
E’ necessario evitare che vi siano problemi di condizionamenti di subalternità o di debolezza dei soggetti fornitori, in modo da rendere l’adozione di questo importante provvedimento per il settore agricolo priva di qualsiasi ostacolo burocratico e procedurale.
Segnaliamo inoltre l'esigenza – continua Distefano – di prevedere deroghe nei casi di fornitura diretta di piccoli quantitativi di prodotti agricoli agli esercizi di commercio al dettaglio o di vendita, a livello locale, al consumatore finale. Ciò per evitare che questi elementi di criticità – che devono essere risolti con provvedimenti normativi successivi – non vadano a compromettere equità ed efficacia al provvedimento o possano inficiare il valore e il percorso di applicazione dell'art.62. Questo faciliterebbe l’attuazione del progetto della Cia della Basilicata per la realizzazione di una rete di circuiti brevi di commercializzazione dei prodotti alimentari lucani, con il marchio ‘La Spesa in Campagna’, attraverso il coinvolgimento di 30 aziende agricole con produzione primaria e di 10 Titolari di azienda agrituristica
In definitiva il consumatore diventa una sorta di produttore aggiunto, capace, con i suoi gusti ed acquisti, d’interferire e indirizzare la produzione primaria”.
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