Il capogruppo dell’Idv, commentando i dati diffusi dalla CGIA di Mestre sui suicidi per ragioni economiche, sottolinea che la Basilicata può cogliere la crisi come possibilità di rilancio ma ci vogliono buona volontà e predisposizione al confronto
Il capogruppo dell’Idv, commentando i dati diffusi dalla CGIA di Mestre sui suicidi per ragioni economiche, sottolinea che la Basilicata può cogliere la crisi come possibilità di rilancio ma ci vogliono buona volontà e predisposizione al confronto“I dati diffusi dalla CGIA di Mestre, dopo l'ennesimo suicidio di un imprenditore avvenuto ieri a Roma, sono allarmanti. In termini assoluti, a fronte di 150 suicidi per ragioni economiche registrati nel 2008, nel 2010 (ultimo anno disponibile) i gesti estremi per motivi economici sono saliti a 187, mentre i tentativi di suicidio sono passati da 204 a 245. Sono dati di fonte Istat che, tra l’altro, non consentono di riconoscere, per tutti i suicidi, la professione svolta da queste persone. In Basilicata, non credo dobbiamo aspettare il suicidio di imprenditori-operatori economici per correre ai ripari”.
E’ quanto afferma il consigliere regionale dell’Idv, Nicola Benedetto, il quale sottolinea che “se da parte del Presidente e dell’assessore alle Attività Produttive, Marcello Pittella, non si vogliono accogliere le mie continue sollecitazioni per individuare una strategia a favore delle Pmi di ogni comparto produttivo, almeno si segua l’esempio della Regione Veneto che ha annunciato l’istituzione di un fondo di solidarietà col fine di evitare i suicidi tra i piccoli imprenditori. La Regione Veneto, che presenterà questa iniziativa nelle prossime settimane, ha allo studio un provvedimento di legge, con un plafond di 6 milioni di euro, che costituirà una prima risposta a questa grave emergenza”.
“Sempre la Cgia di Mestre – continua Benedetto – registra che nel 2011 ben 11.615 aziende (di cui 38 in Basilicata) hanno chiuso i battenti per fallimento, un dato mai toccato in questi ultimi 4 anni di grave crisi economica. Un record che ci segnala quanto siano in difficoltà le imprese, soprattutto quelle di piccole dimensioni che, come ricorda la CGIA, continuano a rimanere il motore occupazionale ed economico del Paese. La stretta creditizia, i ritardi nei pagamenti e il forte calo della domanda interna sono le principali cause che hanno costretto molti piccoli a portare i libri in Tribunale. Purtroppo, questo dramma non è stato vissuto solo da questi datori di lavoro, ma anche dai loro dipendenti che in almeno 50.000 hanno perso il posto di lavoro. E il fallimento di un imprenditore non è solo economico, spesso viene vissuto da queste persone come un fallimento personale che, in casi estremi, ha portato decine e decine di piccoli imprenditori a togliersi la vita”.
“Quanto all’annuncio dell’assessore alle Attività Produttive Pittella (entro i prossimi tre mesi la Regione Basilicata emanerà un Avviso pubblico, rivolto alle Piccole e Medie Imprese, per la concessione di contributi, con la formula del credito di imposta, per l’acquisto di beni strumentali materiali ed immateriali come impianti, macchinari, attrezzature, brevetti e licenze) – continua Benedetto – la limitatezza delle risorse messe a disposizione dalla Regione Basilicata per questa iniziativa, dai 15 ai 50 mila euro ad azienda, spiega da sé l’inadeguatezza dell’ennesima misura tampone. Ed è tanto meno convincente l’intesa per rifinanziare i Confidi tra Unioncamere e Assoconfidi nella cosiddetta ‘guerra’ al credit crunch che minaccia le imprese italiane”.
“Non saranno certo i Confidi – conclude il consigliere – a risolvere il problema del credito. Ribadisco al Presidente e all’Assessore Pittella: la Basilicata può cogliere la crisi come possibilità di rilancio ma ci vogliono, innanzitutto, buona volontà e predisposizione all’ascolto e al confronto”.