Acqua, Autilio: Dati Istat confermano rilevanza strategica

Per il consigliere dell’ Idv “investire nell’’Oro Blu’, oltre a salvaguardare questa fondamentale risorsa per il benessere dell’intero Pianeta e quale bene comune da sottrarre ai profitti commerciali, creerebbe anche occupazione”

“I dati diffusi oggi dall’Istat in occasione della Giornata mondiale dell'acqua, istituita dall'ONU, forniscono un quadro di sintesi sull'approvvigionamento di acqua a uso potabile e sui consumi di acqua delle famiglie, che in Basilicata attraverso i numeri conferma la rilevanza di risorsa strategica al pari del petrolio”. E’ quanto sostiene il presidente della Seconda Commissione (Bilancio-Programmazione) Antonio Autilio (IdV), sottolineando che il volume totale di acqua prelevata in Basilicata ammonta a 315.676 metri cubi, di cui in maggioranza da sorgenti (171.315 metri cubi) e da bacini artificiali (139.513 metri cubi). Per avere un’idea del valore economico, l’acqua per i due terzi è ceduta alla Puglia (214.500 metri cubi), mentre il quantitativo di acqua fatturato nelle reti comunali complessivamente è di 39.365 metri cubi”.

“Siamo di fronte – aggiunge Autilio – alla constatazione che l’ ‘oro blu’ può dare ancora di più per lo sviluppo economico e sociale delle nostre comunità specie di quelle territorialmente macrofornitrici di acqua (Val d’Agri, Senisese, Lagonegrese, Potentino) e che le recenti intese raggiunte in merito al Bacino Idrografico Meridionale e all’adeguamento delle tariffe della cosiddetta acqua all’ingrosso ceduta alla Puglia sono gli strumenti fondamentali per accrescere i benefici diretti ed indiretti derivanti dalla gestione delle risorse idriche lucane. Un impegno che alla vigilia del rinnovo degli organismi dirigenti di Acquedotto Lucano, Acqua spa e dei Consorzi di Bonifica – dice il presidente della Seconda Commissione – è atteso da importanti prove per adeguare la strategia regionale in materia di acqua”.

“Quanto alla situazione dei consumi interni – continua il Presidente della II Commissione – ci sono aspetti positivi evidenziati dall’Istat, quali una percentuale più bassa delle famiglie lucane che nel corso del 2011 ha lamentato irregolarità nell’erogazione dell’acqua, un problema che affligge soprattutto le famiglie del Mezzogiorno (17,4%), in particolare della Calabria (31,7%) e della Sicilia (27,3%). La diffidenza nel bere acqua di rubinetto si manifesta ancora elevata nel Paese: nel 2011 il 30,0% delle famiglie ha al suo interno uno o più componenti che dichiarano di non fidarsi a berla. Tale fenomeno raggiunge i livelli più elevati in Sicilia (60,1%), Sardegna (53,4%) e Calabria (47,7%). Ancora, nel 2010 il 61,8% delle famiglie italiane ha acquistato acqua minerale, percentuale che risulta in leggero calo rispetto agli anni precedenti. La spesa media mensile delle famiglie per l’acquisto di acqua minerale si attesta, nel 2010, a 19,50 euro senza evidenziare significative differenze territoriali. Ed è di poco inferiore a quella sostenuta per il servizio di acqua potabile nelle abitazioni. Da noi la spesa per l’acqua minerale è decisamente minore. Tra l’altro, investire nell’’Oro Blu’, oltre a salvaguardare questa fondamentale risorsa per il benessere dell’intero Pianeta e quale bene comune da sottrarre ai profitti commerciali, creerebbe anche occupazione. E’ sufficiente in proposito citare un dato di Legambiente: a fronte di un investimento totale nel Paese di poco più di 27 miliardi di euro in 10 anni si verrebbero a creare circa 45mila posti di lavoro l’anno per dieci anni”.
“Da noi il Progetto Vie Blu – conclude Autilio – è un caso significativo che rappresenta un potenziale ulteriore di occupazione”.

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