Un tavolo di crisi per fare il punto sull'emergenza neve e gelo che ha colpito il settore agricolo e valutare le iniziative più urgenti da assumere: è la sollecitazione della Cia-Confederazione Italiana Agricoltori della Basilicata sottolineando che altre Regioni hanno già attivato task force per venire incontro alle esigenze di agricoltori e allevatori degli ultimi giorni.
La Cia sottolinea che specie nelle contrade rurali si iniziano a registrare le prime difficoltà per la consegna del latte e dei foraggi, mentre per pulire le strade sono stati mobilitati molti agricoltori con trattori utilizzati come spalaneve e spandiconcime adattati per la distribuzione del sale contro il gelo. Se non fosse per i titolari di aziende agricole – è scritto nella nota – ci troveremmo di fronte a numerose contrade isolate. La Cia, attraverso la “Carta di Matera” che è stata sottoscritta da quasi tutte le Amministrazioni Comunali lucane oltre che da Regione e Province di Potenza e di Matera, sollecita accordi, a livello comunale e provinciale, che prevedono che in caso di nevicata l’agricoltore sia reperibile a qualsiasi ora del giorno e delle notte e in attività fino alla pulitura delle strade assegnate. Si tratta di un servizio impegnativo ma che dimostra quanto le aziende agricole siano importanti per la tenuta del territorio e per la sicurezza dei cittadini quando la neve rende difficili i collegamenti. La presenza diffusa delle imprese agricole su tutto il territorio regionale assicura infatti la possibilità di un intervento capillare e rappresenta una opportunità che potrebbe ulteriormente espandersi con una maggiore sensibilità di Comuni e Province che altrimenti da soli non ce la fanno a garantire il ripristino della transitabilità di strade comunali, interpoderali e provinciali.
E mentre l’allerta meteo resta alta, il settore primario fa la prima conta dei danni. Con risultati devastanti. Le stime della Cia parlano chiaro: centinaia di imprese agricole “paralizzate” e il 25 per cento dei raccolti in campo aperto andati distrutti, con distese intere di produzioni ortofrutticole “bruciate” dal ghiaccio. E poi bloccati sulle strade e nelle aziende zootecniche ci sono almeno 5 mila litri di latte e quasi 250 kg tra carni bovine, suine e avicole. E ancora: danneggiati o distrutti il 5 per cento tra alberi da frutta, olivi e viti e ben il 10 per cento delle strutture aziendali, fra serre, stalle, magazzini, cascine e ripostigli. Ma non basta. Le aziende “risparmiate” dai danni diretti a colture o fabbricati -spiega la Cia- pagano comunque le conseguenze del maltempo sulla bolletta energetica. Con le temperature anche molto al di sotto dello zero, infatti, gli agricoltori devono ricorrere massicciamente al riscaldamento delle serre e delle stalle, con gli impianti costantemente accesi per evitare il congelamento delle tubature.
Una vera stangata per il settore, dato che il prezzo del gasolio agricolo è cresciuto in un biennio del 130 per cento, con un aggravio sui costi produttivi pari a oltre 5 mila euro ad azienda.
Insomma, la situazione è veramente drammatica e richiede immediati interventi. Per questo -avverte la Cia- chiediamo subito lo stato di calamità per le zone maggiormente colpite. Inoltre, vanno al più presto liberate strade e autostrade e garantita di nuovo la distribuzione delle merci, soprattutto dei prodotti altamente deperibili come latte, frutta e verdura. Tanto più che dietro l’angolo c’è sempre il rischio speculazione sui prezzi.
BAS 05