Il presidente del Consiglio regionale nell’assemblea del Pd chiede al segretario nazionale del partito di farsi garante degli interessi della regione, che rischia di rimanere stritolata dai tagli del governo e dagli effetti della crisi
“Per la prima volta dopo diversi anni appare chiaro che il tema centrale è oggi quello della sopravvivenza della Basilicata, cioè che l’impatto di scelte di politica economica del governo e di importanti soggetti economici nazionali, potrebbe determinare un arretramento economico e sociale della nostra comunità, sino a mettere in discussione la stessa esistenza dell’istituzione regionale. La Basilicata che continua ad affidarsi al Pd e al centrosinistra, a De Filippo e a Bersani, ha bisogno di governo e di certezze, e noi dobbiamo avere il coraggio di giocare la partita indicando con forza le prospettive e la direzione di marcia”. Lo ha detto il presidente del Consiglio regionale, Vincenzo Folino, intervenendo oggi a Potenza nel corso della manifestazione conclusiva della conferenza programmatica del Pd.
“A Bersani chiedo di assumere l’impegno – ha aggiunto Folino -, per il governo che mi auguro guiderà, di considerare con la necessaria equità, nel rispetto delle compatibilità, i bisogni fondamentali di questa piccola regione che altrimenti rischia di diventare, come qualcuno pensava vent’anni fa (e qualcuno lo pensa ancora oggi), un territorio periferico di Bari o di Napoli. Non chiediamo una Regione a ‘Statuto Speciale’, ma un nuovo patto tra la Basilicata e lo Stato, in ragione delle specificità e dell’apporto che questo territorio assicura agli interessi nazionali. Per parte nostra con lo Statuto dobbiamo rafforzare la dimensione legislativa e programmatoria della Regione, sottraendola a compiti di mera gestione”.
Folino si è soffermato sulla vicenda della Fiat – Sata di San Nicola di Melfi, per rilevare “il valore pubblico, collettivo dello stabilimento e delle maestranze e l’importanza vitale per la Basilicata di questo presidio industriale, per non escludere definitivamente la nostra regione dai processi di sviluppo industriale”. Ed ha inoltre ricordato che sulla questione petrolio “occorre fare di più nei rapporti con il governo, così come si è iniziato a fare con il cosiddetto Memorandum (in stand by in questa fase di incertezza politica)”, ma occorre anche “aprire una nuova fase nei rapporti con le compagnie petrolifere, tenendo come punti fermi la sostenibilità ambientale e sociale, i controlli, la trasparenza, la partecipazione democratica”. “Può la Basilicata continuare a mettere a disposizione dell’Italia questa importante riserva energetica ricevendo in cambio solo le royalties? E’ giusto o non è giusto chiederci perché le compagnie petrolifere e l’Eni in particolare debbano estrarre qui ed investire altrove?”, si è chiesto ancora il presidente del Consiglio regionale aggiungendo che “se nella furia di spending review si considerano i numeri assoluti il giovane ma qualificato ateneo lucano dovrà chiudere, nonostante i soldi li metta la Regione, con un danno irreparabile per la comunità e quindi per la stessa sopravvivenza della regione”.
“Come è noto credo nella necessità dell’alternanza, oltre che nei limiti di mandato – ha detto ancora Folino tornando sulle dinamiche politico – istituzionali regionali -, ho il massimo rispetto per l’opposizione di centrodestra in Basilicata, che svolge con determinazione il proprio ruolo e che deve continuare a pungolare e stimolare la maggioranza di centrosinistra; ho rispetto per movimenti vecchi e nuovi, quali i Radicali e il movimento 5 stelle, del quale colgo positivamente la novità di un impegno democratico diretto con l’utilizzo del web, di giovani mediamente colti e mediamente precari o disoccupati che chiedono alla politica concretezza e trasparenza. E tuttavia, analogamente, chiedo rispetto per i tanti elettori e militanti del centrosinistra ed in particolare del Pd, che sono parte viva e significativa della società civile lucana, che sono parte di un percorso di rinnovamento già avviato e soprattutto che possono e devono essere protagonisti di un processo di autoriforma della politica e del Pd”.