Provincia Pz, Libonati (Dec) su 150° Unità d’Italia

“La ricorrenza del 17 marzo segna una data importante perché coincide con la proclamazione, nel 1861, dell' Unità d'Italia e con la nomina a di Re per Vittorio Emanuele II.
Un ponte che ci lega al passato e che unisce le due epoche sotto la stessa bandiera: quel tricolore per cui i nostri nonni, i nostri padri hanno lottato fino al punto di dare la vita per tenere sempre alta la bandiera, simbolo di quell’Italia che ha fatto tanti progressi e che si è sviluppata socialmente, culturalmente, economicamente. Un ponte reso ancor più concreto da quelle tre bandiere tricolore che rappresentano i Giubilei del 1911, del 1961 e del 2011 e che idealmente inglobano tre generazioni”. Lo dichiara in una nota Vincenzo Libonati, capogruppo dei Dec nel Consiglio provinciale di Potenza.
“Il percorso che ha portato alla formazione del Regno d'Italia, – prosegue – passa anche dalla Basilicata: la nostra terra offre il suo contributo alla nuova Italia partecipando alla conquista di Napoli con i rivoltosi lucani che, dopo aver liberato Potenza, si uniscono a Garibaldi e, con la costituenda Brigata "Cacciatori Lucani" (successivamente denominata Brigata Basilicata) alle dipendenze del Colonnello cavouriano Camillo Boldoni si impegnano nella Battaglia del Volturno e nella presa di Napoli. Un plauso va a quei lungimiranti eroi che, partiti dai comuni lucani dettero impulso alla liberazione dall’oppressione borbonica con coraggio e determinazione sapendo di poter contare solo sulle loro forze e sulla loro voglia di libertà.
E’ la storia scritta sui libri, è quello che hanno raccontato alle generazioni successive i nostri avi, ma è anche quello che la nostra memoria ci porta a non dimenticare. Ed è soprattutto un’occasione importante per far conoscere ai nostri figli e a chi verrà dopo di noi cosa ha significato creare un’Italia Unita fatta di valori insormontabili che, se pur hanno trovato qualche intoppo che li ha fatti uscire dall’impostazione iniziale, vanno ripresi, rivalutati e ri-applicati. Per farlo, bisogna essere compatti, decisi, ‘uniti’ per ritrovare quell’identità collettiva di unità nazionale che dallo smarrimento momentaneo merita di esser ripresa per mano da tutti noi, appartenenti senza distinzioni a classi politiche o società civile.
L’Unità d’Italia trova tutto il suo significato in quello che è il nostro inno nazionale: bisognerebbe ricordarne costantemente le parole dense di pregio che in esso sono contenute e che ci ricorda come questo nostro Paese abbia il dovere morale di essere unito. Un’Italia in cui ‘tutti gli uomini di una nazione sono chiamati, per la legge di Dio e dell’umanità, ad essere uguali e fratelli’ , così come diceva Giuseppe Mazzini e come scrisse poi il nostro Mameli.
Un’Italia in cui non possono esser messi in discussione l’unità della Patria, la sua indipendenza, la sua democrazia, la sua Costituzione. Simboli e circostanze che nessuno può permettersi di stravolgere o di cancellare perché indicano appartenenza ad una ‘Nazione’ che nasce da una lunga storia e che deve indurre a superare diversità e divisioni.
Celebrare i 150 anni dell’Unità d’Italia significa una sola cosa: ridefinire un nuovo concetto di appartenenza comunitaria che porti allo sviluppo ed alla crescita del Paese, affidandosi anche alle giovani generazioni ed avendo soprattutto fiducia nel futuro ed in chi si prenderà cura dell’Italia nei prossimi decenni. Nello stesso contesto, occorre sviluppare il concetto di meritocrazia e di giustizia sociale.
Solo così si potrà dire di aver compreso il reale significato del centocinquantenario e di aver gettato le basi per la costituzione di un’Italia ancora migliore e sempre più vera”.

BAS 05

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