In merito al Piano Strutturale Intercomunale, la Struttura di Progetto ha rivolto qualche domanda al professor Paride Giustino Caputi, docente di Urbanistica alla Facoltà di Urbanistica di Napoli.
La legge regionale n. 23/99 ha introdotto in Basilicata un modello di co-pianificazione tra i diversi livelli di governo del territorio, da una parte ha definito le strategie di sviluppo tra il livello regionale e quello provinciale, dall’altro ha individuato le modalità di attuazione delle azioni di piano tra il livello provinciale e inter-comunale. In questo disegno si inserisce il Piano Strutturale Intercomunale che si vuole realizzare in maniera sperimentale in Val D’Agri. Come si può descrivere la sperimentazione messa in campo dalla Struttura di Progetto “Val d’Agri”?
“La sperimentazione che intende promuovere la struttura di Progetto “Val d’Agri” riguarda la pianificazione urbanistica di un “insieme” di Comuni di piccola dimensione – in prevalenza al di sotto di 5.000 abitanti- per ciascuno dei quali intende definire regole di sviluppo all’interno di un quadro di riferimento ampio della dimensione di circa 50.000 abitanti e 1500 Kmq. Allo stato attuale non esistono significative esperienze analoghe a livello nazionale, sopratutto se riferite a modelli di copianificazione tra diversi livelli di governo del territorio in aree a bassa densità. La sperimentazione potrà dunque dar luogo ad un piano di tutela e compatibile trasformazione urbanistica unitario per tutto l’ambito pur nella diversità di ciascun centro comunale. Questa pianificazione potrà consentire, cogliendo la nuova e più ampia dimensione territoriale e demografica, una razionalizzazione del sistema insediativo, dei servizi ai cittadini e delle infrastrutture per lo sviluppo”.
Crede che la modalità a scala sovra-comunale in aree come la Val d’Agri a bassa densità abitativa possa condurre ad una maggiore governance che veda gli amministratori locali parte attiva di un processo di sviluppo dell’area?
“La pianificazione di uno spazio geografico a carattere ‘omogeneo’ di dimensione adeguata in rapporto alle ridotte dimensioni comunali favorisce, nella gerarchia del policentrismo urbano, una nuova governance più adeguata alle finalità di sviluppo locale e regionale. In aree a bassa densità demografica è necessario sperimentare e praticare nuovi modelli di governance con particolare riferimento all’offerta di servizi al cittadino e alla mobilità. Si tratta di produrre un “disegno” di sviluppo territoriale su cui basare la nuova governance. L’elaborazione del piano strutturale intercomunale necessità della responsabilità di una ‘Agenzia pubblica’ di pianificazione che si impegni non solo nella elaborazione del Piano ma anche nell’ attuazione e relativa verifica, e che sia al servizio delle esigenze di pianificazione dei singoli Comuni introducendo anche a questo livello un nuovo modo di governo dei processi”.
Il Piano Strutturale Intercomunale sarà redatto per i 22 comuni del comprensorio della Val D’Agri. Le attività di elaborazione verrebbero svolte mediante un modello di interazione costituito e coordinato nei processi tecnici ed amministrativi dalla Struttura di Progetto “Val d’Agri”, crede che possa favorire i processi di pianificazione già messi in campo sia dalla Regione Basilicata, per quello che riguarda il Piano Paesaggistico Regionale che ha valenza di Quadro Strutturale Territoriale, sia per la Provincia di Potenza per ciò che riguarda il Piano Strutturale Provinciale?
“Il Piano Strutturale Intercomunale riferito ad ambiti geografici ampi può condurre ad una sistematica ed unitaria elaborazione dei tematismi appartenenti, come previsto dalla LR 23/99, ai diversi livelli istituzionali della pianificazione sovraordinata. L’interesse della sperimentazione e del risultato può suggerire nuove modalità di attuazione della pianificazione regionale e contribuire alla costruzione del quadro conoscitivo regionale e provinciale attraverso una dettagliata lettura a scala locale, accelerando in tal modo l’attuazione della LR 33/99”.