Il presidente della Seconda Commissione “Bilancio – Programmazione” commenta i dati dell’Associazione per lo sviluppo dell’industria nel Mezzogiorno
“Dal 2004 al 2006 ogni cittadino lucano ha ricevuto dallo Stato 1.591 euro rispetto ai 1.922 previsti, vale a dire 331 euro in meno di quanto gli spettava. Sono dati di fonte Svimez che, insieme a quello della differenza meridionale che ha ricevuto effettivamente dallo Stato 1.015 euro a fronte dei 1.226 stabiliti dagli obiettivi di programma, superano una volta per tutte uno degli stereotipi più diffusi sul Sud sprecone ed assistito”. E’ il commento di Antonio Autilio (IdvV), presidente della Seconda Commissione “Bilancio – Programmazione”.
''I residui fiscali negativi delle regioni meridionali, come sottolinea la Svimez, non possono essere semplicisticamente considerati come necessariamente patologici o addirittura come una prova di iniqua sottrazione di risorse del Nord a beneficio dello sperpero del Sud, bensì – aggiunge – riflettono l'impegno (scarso al Sud) delle politiche regionali per lo sviluppo. Altrettanto sbagliato associare automaticamente residui fiscali negativi alla mala amministrazione. Agire sul sistema fiscale per distribuire meno risorse tra i cittadini, mette a rischio il sistema di perequazione tra le Regioni. Occorre quindi, secondo la ‘ricetta Svimez’, ridurre i divari economici tra le Regioni, non i residui''.
“La più grande contraddizione – sottolinea Autilio – è che il Sud ottiene dallo Stato più di quanto versa, per via dei redditi più bassi e della struttura economica più debole, ma molto meno di quanto dovrebbe.
Sul fronte della spesa per lo sviluppo, in particolare, ogni cittadino meridionale ha ricevuto 211 euro in meno del programmato in base all’obiettivo del 45 per cento del totale della spesa in conto capitale al Mezzogiorno. E come se ciò non bastasse c’è la conferma che i fondi Fas per le aree sottosviluppate del Mezzogiorno sono stati gestiti dal Governo di centrodestra in tutti questi anni come ‘bancomat’ per prelevare e dirottare al Nord e in parte nelle regioni del Centro”.
“In questo contesto è ancora più incomprensibile l’atteggiamento assunto dai Giovani industriali di Confindustria delle regioni meridionali che con lo slogan ‘zero risposte zero politici’ al meeting annuale in corso a Capri – afferma Autilio – non hanno voluto distinguere tra responsabilità di forze politiche di governo nazionale del Paese e forze di opposizione facendo di tutta un’erba un fascio. Per noi liberare risorse per i giovani anche attraverso la riforma delle pensioni e di incentivare la nascita di giovani imprese che sono quelle che creano occupazione è un’indicazione da sostenere”.