Economia, relazione Confapi 2010 al Prefetto di Matera

L’economia locale stenta ad imboccare la strada della ripresa, nonostante le buone prestazioni di alcuni comparti ma con una situazione occupazionale molto negativa. Questo è il quadro di sintesi che emerge dalla relazione periodica sull’economia della provincia nel 2010, consegnata da CONFAPI Matera al Prefetto Monteleone.
Dopo i due anni disastrosi 2008 e 2009, l’anno 2010 – spiega la Confapi Matera – è stato caratterizzato da un calo meno accentuato dei principali indicatori economici: produzione, volumi d’affari, ordini, investimenti, fatturato, export. Ciò significa che le piccole e medie imprese della provincia di Matera stanno cercando di invertire la rotta, senza tuttavia essere ancora uscite dalla crisi.
Il calo occupazionale, invece, non ha fatto registrare rallentamenti. Sul piano occupazionale, infatti, l’ultimo trimestre del 2010 è stato disastroso, soprattutto per le imprese che lavorano con la pubblica amministrazione e che sono incappate negli effetti negativi del Patto di Stabilità Interno.
Le PMI – si legge nella relazione di CONFAPI Matera – vanno comunque avanti, mostrando attaccamento al territorio ma, ancora appesantite dalla crisi, si dividono tra quelle che non vanno al di là dell’ordinario e quelle che investono nei due fattori vincenti: innovazione e internazionalizzazione.
Alle criticità comuni a tutto il territorio nazionale – prosegue la nota della Confapi – la provincia di Matera somma carenze strutturali storiche che ne rallentano la ripresa. Negli ultimi anni, inoltre, alla penuria di infrastrutture e alla inefficienza della pubblica amministrazione si è aggiunta una profonda crisi di liquidità delle imprese, aggravata dai ritardi nei pagamenti della p.a., dai vincoli del Patto di Stabilità e dalla restrizione del credito bancario, che hanno impedito in molti casi addirittura di gestire l’ordinario. Si è, quindi, assistito al paradosso di imprese che avevano ordini ma che non avevano la liquidità necessaria per acquistare le materie prime.
Per quanto attiene ai singoli settori produttivi, si rileva che il distretto del mobile imbottito, dopo 3 anni di crisi profonda, pur ridimensionato nei numeri di aziende, fatturati e lavoratori dipendenti, ha ripreso a lavorare con ordinativi crescenti che, tuttavia, non sono più a lunga scadenza, bensì riguardano periodi molto più brevi.
Il settore che ha subito maggiormente la crisi nella seconda metà del 2010 e in questo scorcio del 2011 è quello dell’edilizia, che ha risentito soprattutto dei drastici tagli agli investimenti per le principali stazioni appaltanti.
Tra i settori in lieve ripresa vi sono la meccanica, la chimica e la plastica-gomma; tra quelli in progresso il variegato settore dell’ambiente e dei rifiuti e quello dell’energia; decisamente in crescita l’ICT e l’agroalimentare; altalenante il turismo.
Ulteriori settori in crisi, invece, sono il tessile-abbigliamento, il commercio (soprattutto quello al dettaglio), i servizi, l’autotrasporto. Il settore impiantistico si mantiene sui livelli pregressi grazie alle manutenzioni.
Nel 2010 è proseguita la difficoltà ad ottenere credito bancario, con un atteggiamento restrittivo delle banche che spesso non ha trovato giustificazione nel merito creditizio delle imprese richiedenti.
L’export della provincia di Matera continua a frenare perché sconta le perduranti difficoltà dell’industria del mobile imbottito sui mercati esteri, solo in parte compensato dai buoni risultati dell’agroalimentare.
Tuttavia, in questo quadro con poche luci e pieno di incognite, tra i piccoli e medi imprenditori esiste tanta voglia di tornare ad investire, come dimostra la partecipazione numerosa delle imprese locali ai bandi della Regione, la quale però non sempre riesce a soddisfare le aspettative che crea, sia in termini di risorse finanziarie, sia in termini di tempi.
Il 2011 – conclude Confapi Matera – dovrebbe portare i segni positivi dell’avvio dei regimi di aiuti della nuova programmazione comunitaria, con investimenti industriali in grado di assorbire nuova manodopera, sia in Valbasento che negli agglomerati di Jesce e La Martella.

BAS 05

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