In seguito all’intervento di Antonio Potenza (Pu) sulla sanità lucana in periferia, nel quale lo stesso stigmatizza, quasi voler auspicare il depotenziamento, o addirittura, la chiusura della struttura ospedaliera di Chiaromonte interviene, prendendo le dovute distanze, il vicepresidente vicario del Consiglio provinciale di Potenza, Romano Cupparo (Pdl), indirizzando al mittente una lettera di risposta.
Cupparo non condivide quanto affermato dall’ex assessore alla Sanità Antonio Potenza, che ha asserito in particolare che “il risanamento dei conti della sanità passa attraverso esclusivamente il taglio dei cosiddetti ospedali minori”.
“Con tale dichiarazione – scrive Cupparo – l’ex assessore Potenza ha di fatto scaricato, quasi non volendo, le colpe del fallimento di una programmazione sanitaria su se stesso, sui predecessori e successori, titolari della sanità lucana che mai hanno saputo trovare una quadra al ragionamento ottimizzazione delle risorse in campo sanitario. Ci fa sorridere, poi, quanto asserito da Potenza in merito all'ospedale di Maratea che sarebbe un caso emblematico perché da anni si è discusso e lavorato per la creazione di un polo riabilitativo di eccellenza. E’ naturale chiedersi: ma lui dov’era in questi anni, se non protagonista essendo Assessore alla sanità?”.
“Tanto per cominciare, vorrei dire, all’ex Assessore Potenza – continua Cupparo – che l’ospedale di Maratea, non avrebbe i requisiti indispensabili per funzionare. Lo stesso vale per gli ospedali di Lagonegro e Lauria. L’ospedale di Chiaromonte non si tocca! Siamo stufi delle continue e insensate prese di posizione – aggiunge il vicepresidente – di chi continua a nascondersi dietro un piano di riordino, che semmai ha le caratteristiche di un piano di smantellamento a scaglioni. È doveroso insediare un Centro di Pronto soccorso presso l’ospedale di Chiaromonte, visto che ogni giorno è notevole l’affluenza di chi si sente male e viene ricoverata d'urgenza al pronto soccorso di Lagonegro, impiegando uomini, mezzi e sperperando soldi inutili. Poi si rimane sgomenti, quando si sente parlare di malasanità nei telegiornali o sui quotidiani. Quando capita ad uno di noi o ad un parente o amico, dallo sgomento purtroppo si passa alla rabbia”.
“Dalle parole di Antonio Potenza – continua Cupparo – abbiamo potuto constatare quanto si stia ancora una volta seguitando ad attuare quel processo di depotenziamento dell'ospedale di Chiaromonte, preludio in modo subdolo ad una imminente chiusura. Il sottoscritto ha da sempre espresso forte preoccupazione in tal senso per questo stillicidio che si sta operando nei confronti del territorio Senisese, pur ribadendo la ferma volontà di mantenere in vita l'ospedale di Chiaromonte. Poiché ci siamo battuti, con dati di fatto e motivazioni di opportunità logistiche e non per motivi campanilistici, per la salvaguardia ed il potenziamento dell'ospedale di Chiaromonte, non ci stiamo a questo progetto che qualcuno sta mettendo in atto. Un progetto che mira a mettere in difficoltà il nostro ospedale, a depotenziarlo e a farlo agonizzare, esprimendo in merito irritazione nostra e di tutta la comunità che viene gradualmente defraudata del diritto alla salute”.
“Un eventuale taglio dell’ospedale di Chiaromonte sarebbe un atto di violenza, una lacerazione sociale contro la popolazione. L'analisi di risparmio dell’Asp, per un eventuale taglio ospedaliero – fa sapere Cupparo – sarebbe di circa 1 milione di euro su un bilancio di circa 600 milioni. Giudicate voi. Lo scopo finale invece – conclude Cupparo- deve essere quello di realizzare la migliore adeguatezza possibile delle prestazioni, ma, soprattutto, di assicurare esiti migliori alla popolazione assistita”.
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