In IV Ccp si è discusso di Politiche del lavoro

Audito il presidente del Comitato di coordinamento istituzionale per le politiche del lavoro, Giuseppe Maggio. Sentito anche il presidente della Fondazione Zètema in merito al ddl su “Norme in materia di beni culturali della Regione Basilicata”

Il presidente Maggio ha riferito sugli esiti del lavoro svolto dal Comitato nei pochi mesi di attività svolta dall’insediamento del Comitato stesso il 29 marzo 2011, nell’ambito del programma operativo e sul disegno di quanto l’organismo intende realizzare in coerenza con la programmazione regionale. Maggio ha ricordato che “il Comitato nasce come istituzione facente parte dell’assetto organizzativo dei servizi per l’impiego, così come è stato riformato con decreto legislativo 23 settembre 1997, n. 469 e recepito nella legislazione regionale con la legge 8 settembre 1998, n.29. La funzione istituzionale affidata al Comitato – ha spiegato Maggio – è condensata in una formula che nella sua estrema sinteticità è portatrice di ampi significati e di vaste implicazioni operative, alcune delle quali sono ancora da esplicitare e da adeguare alle mutate condizioni. Funzione essenziale è quella di ‘rendere effettiva sul territorio l’integrazione tra i servizi per l’impiego, le politiche attive del lavoro e le politiche formative’. La necessità di un coordinamento delle azioni deve essere rivolta verso una duplice area di intervento: da una parte il coordinamento dei soggetti che costituiscono il nuovo ordinamento istituzionale a livello regionale per le politiche del lavoro e dall’altra l’integrazione dei servizi per il lavoro. Due i fattori di criticità: la difficoltà di riuscire a conciliare l’esercizio della funzione di coordinamento ed il rispetto delle competenze in carico a ciascuno degli Enti costituenti il sistema regionale pubblico dei servizi per il lavoro e, in secondo luogo, la complessità e la diversificazione delle politiche di intervento messe in atto da ciascuno degli Enti facenti parte del sistema (Regione, Province, Comuni). Il Comitato – ha sottolineato maggio – ha ritenuto di realizzare un programma ripartito in tre aree di attività: una prima a carattere ricognitivo, una seconda area con connotati organizzativi ed operativi ed una terza con finalità propositive. Dall’azione ricognitiva ad ampio raggio è emerso – ha precisato Maggio – come il Comitato sia considerato punto di riferimento credibile che vale a coprire un vuoto di comunicazione, sia con le istituzioni pubbliche che tra gli stessi soggetti interessati, un vuoto della comunicazione che è sentita come grave carenza nelle relazioni regionali. Emerse anche altre esigenze che attengono più direttamente alla esatta definizione degli ambiti operativi da adeguare alle diverse condizioni del contesto in cui si opera. Il riferimento è a specifici adempimenti, quali la presentazione al Consiglio regionale, a cadenza periodica annuale, di un rapporto concernente la funzionalità complessiva del sistema regionale dei servizi per l’impiego ed al ruolo del Comitato nell’iter di approvazione dei programmi di inclusione sociale e lavorativa accompagnato dalla facoltà di presentare proposte in merito alle attività di coordinamento, vedendosi riconoscere la possibilità di fruire dei dati presenti nel Sistema lavoro regionale (Bas-Sil) con l’opportunità di poter utilizzare una propria struttura di personale organico che possa svolgere con carattere di continuità tutti i compiti richiesti dal servizio”.

La Commissione ha, quindi, audito il presidente della “Fondazione Zètema”, Raffaello de Ruggieri, sul disegno di legge “Norme in materia di beni culturali della Regione Basilicata”. Il presidente de Ruggieri ha affermato che “ dinanzi ad una legge 22 ormai datata e superata è bene che la Regione si attrezzi, considerando la cultura non più come fatto estetico e aristocratico, ma quale educazione alla creatività, non lasciandosi soffocare dalla globalizzazione imperante. Accelerare dunque, i tempi di attuazione della legge, sena evitare di porre alcune considerazioni e riflessioni a carattere giuridico, procedurale ed anche politico. Fondamentale – ha sottolineato de Ruggieri – evitare conflitticostituzionali, eliminando dal testo di legge le parole ‘tutela’ e ‘salvaguardia’, prerogative queste di esclusiva competenza statale”.

La dirigente dell’Ufficio gestione interventi asistenziali, socio-sanitari e di solidarietà sociale del Dipartimento Sanità, Lucia Colicelli, ha riferito, in conclusione dei lavori, circa la necessità della integrazione della composizione dell’Osservatorio regionale sui disturbi specifici dell’apprendimento. “E’ stato deciso di integrare i componenti l’Osservatorio – ha riferito – con i rappresentanti del Centro audiologico dell’Azienda S. Carlo, del Dipartimento ‘Formazione, lavoro, cultura e sport’, del’Ufficio di pianificazione sanitaria del Dipartimento salute, del Sistema informativo sanitario regionale dello stesso Dipartimento, dei medici di medicina generale (1 per provincia), dei medici pediatri di libera scelta (1 per provincia)”.

Presenti alla seduta i consiglieri Vita (Psi) che ha diretto i lavori e i consiglieri Romaniello (Sel), Autilio (Idv), Navazio (Ial), Falotico (Plb), Venezia (Pdl), Straziuso, Braia e Pittella (Pd).

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