Il consigliere regionale del Pdl: “in attesa che l’inchiesta faccia il suo corso per la valenza politica ed istituzionale non posso certamente rimanere in silenzio in coerenza con quanto dichiarato e per il mio operato in Consiglio regionale”
“Sono un garantista e rimarrò tale sempre, quindi in coerenza non commenterò le ultime notizie di cronaca riguardanti le misure cautelari, gli avvisi di garanzia e le indagini in corso da parte della magistratura, attendendo che l’inchiesta faccia il suo corso e dia risposte definitive. Questo per quando concerne la sfera giudiziaria. Ma per la valenza politica ed istituzionale non posso certamente rimanere in silenzio, sempre in coerenza con quanto dichiarato pubblicamente in passato e per il mio operato in Consiglio regionale, sia con strumenti quali le mozioni, interrogazioni e lavori di Commissione, che interventi in Aula”. E’ quanto dichiarato dal consigliere regionale del Pdl, Gianni Rosa, in merito alla vicenda Fenice.
“La vicenda Fenice – continua Rosa – ovviamente mi suscita indignazione. Qualche giorno fa, dopo l’intervento dell’assessore Mancusi che ho definito ‘pilatesco’, mi vergognai del qualunquismo sovrano in quella seduta. Il mio giudizio sulla questione non può essere che negativo e, senza volermi appropriare di doni profetici, non mi ha sorpreso, nè meravigliato. Tra l’atro penso di essere in ottima compagnia, la più eterogenea possibile che spazia dall’ecologismo militante di sinistra alle posizioni del centrodestra lucano in toto che ha sempre posto l’attenzione sui problemi ambientali in questa Basilicata. Ovviamente ignorati, ovviamente accusati di fare opposizione per partito preso, ovviamente derisi quasi fossimo dei visionari. Ma la cruda realtà prima o poi fa affiorare la verità, e quando interviene l’ordinamento giudiziario vuol dire che forse qualche allarme lanciato non era poi tanto campato in aria".
"Responsabilità penali a parte, sempre che sussistano – sottolinea Rosa – le responsabilità politiche ed istituzionali ci sono tutte, sono gravissime e non possono essere taciute o dimenticate cercando che qualche capro espiatorio paghi per tutti. L’indagine in corso mette in luce un sistema di potere in Basilicata incurante del bene pubblico e dei suoi cittadini, tutto proteso ad una gestione clientelare dell’economia pubblica e delle istituzioni. E’ la responsabilità politica di quella oligarchia partitica ed economica che è sotto accusa; i pur gravi capi d’accusa dell’inchiesta in corso non sono altro che i risultati e le cause di una pessima gestione nel segno del cinismo, dell’incapacità e dell’arroganza che col potere si può fare tutto. Compreso mistificare e giocare sulla salute del popolo lucano”.
“Nel nostro sistema politico – afferma Rosa – le decisioni le prendono le maggioranze. Lapalissiano che ora De Filippo, che in Consiglio regionale c’è da prima di Fenice e da 7 anni ricopre la carica di Presidente, abbia la maggiore responsabilità. Che poi tenderà a scaricare le sue responsabilità su qualche dirigente, Ente o Presidente è facile immaginarlo. Ma tra gli indagati, vi sono esponenti di rilievo del sistema di potere politico e burocratico del centrosinistra, messi lì da decisioni partitiche. Potranno esserci 1, 2, 10 Commissioni di inchiesta regionali, ma la realtà amara è una sola: hanno incancrenito con un selvaggio spoil system l’apparato amministrativo, compreso le assunzioni pilotate e clientelari. Non chiederò le dimissioni di De Filippo, perchè sarebbero inutili e un Presidente si cambia con il voto popolare. Ma credo che nell’interesse dei lucani, sia arrivato il momento di una seria riflessione all’interno del centrosinistra lucano e sopratutto nel Partito democratico, senza la politica dello struzzo di nascondere la testa nella sabbia, aspettando che la bufera passi. Ne prenda atto anche il collega Agatino Mancasi, facendo un passo indietro e lasciando un assessorato che non ha saputo guidare e rinnovare. Lo stesso invito al collega Restaino, che dovrebbe dimettersi da un incarico di governo, in attesa che la sua posizione si chiarisca facendo un gesto politicamente ed umanamente da plauso”.
“Poi – conclude Rosa – sulle recenti dichiarazioni del senatore Belisario, credo che siamo arrivati all’avanspettacolo, specie sull’affondo al ministro Prestigiacomo. Vorrei ricordare all’ex consigliere regionale Belisario che le autorizzazioni a Fenice sono rilasciate dalla Regione Basilicata e dalla Provincia di Potenza, dove l’Idv è ben rappresentata con l’assessore provinciale al ramo Macchia. Quindi, incominci ad essere coerente con le sue battaglie a Roma uscendo dalla maggioranza regionale o provinciale, oppure faccia dimettere gli assessori Idv in protesta contro la ‘vergogna ambientale’. Se poi l’Idv ha interesse a gestire il potere in Basilicata, per favore taccia e si assuma le sue responsabilità politiche”.