Melfi è “Città per la vita: città contro la pena di morte”. Via libera ieri sera dell’assise melfitana ad accogliere tale principio all’interno del proprio Statuto. E’ la torre dei cipressi del Castello Normanno il luogo simbolo che il Consiglio comunale ha deciso di dedicare a tale iniziativa. Lo rende noto alla stampa il sindaco di Melfi, Livio Valvano.
Per Valvano “è un passo in avanti importantissimo per una nuova coscienza mondiale. il Comune di Melfi da oggi fa propria la risoluzione Onu sulla moratoria della pena di morte. E’ opportuno e doveroso che una comunità responsabile valuti la possibilità di compiere atti e gesti anche simbolici che possano far crescere la consapevolezza nell’opinione pubblica di accelerare ulteriormente il processo di eliminazione della pena capitale innescato grazie alle iniziative meritorie come quella promossa dalla Comunità di Sant’Egidio che ha intrapreso una battaglia di civiltà promuovendo da anni la campagna mondiale per l’eliminazione della pena capitale. Oggi la Città di Melfi si dichiara Città per la Vita contro la pena di morte e individua la torre dei cipressi come luogo simbolo delle iniziative in programma per il 30 novembre di ogni anno. Grazie alle ricerche condotte dal Prof. Enzo Navazio, sappiamo che la torre dei cipressi del Castello Normanno è uno dei luoghi prescelti per le esecuzioni dall’epoca dei normanni – ha concluso Valvano- sino all’alto medioevo".
Nel corso dell’assise via libera anche alla proposta di adesione alla “Convenzione ONU sui diritti delle persone con disabilità”. “L’adesione alla Convenzione è per Melfi un segnale di grande sensibilità e onestà -ha detto l’assessore alle politiche sociali, Lucia Pennesi- che ci permette di restituire al nostro Paese un elemento imprescindibile di democrazia e di partecipazione. Si tratta di un Trattato internazionale, approvato nel 2006 dall’Assemblea delle Nazioni Unite che riconosce pari dignità a tutte le persone a prescindere dalle loro capacità e ad assicurare che ad ognuna di esse siano garantiti gli stessi diritti. Aderire per Melfi a questa Convenzione, non può che significare prima ancora che immaginare azioni concrete da mettere in atto, superare le barriere architettoniche della nostra mente. Ma riconoscere ed abbracciare il concetto di diversità che è in ognuno di noi, significa anche contribuire a costruire praticamente una comunità, una società in senso più generale, che sia più rispondente alle singole necessità”.
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