“L’azienda Ciccolella chiede ai lavoratori comportamenti responsabili: non si può sottoscrivere un accordo e poi non applicarlo. E’ quello che è avvenuto per i siti di Candela e Melfi in occasione dello sciopero per il breve ritardo nel pagamento delle sole spettanze di aprile e della 14^ mensilità (e non di 4 mesi, come è stato erroneamente scritto), a causa di una temporanea mancanza di liquidità, problema comune a molte aziende italiane in questo momento critico.
Comprendendo i giustificati motivi delle richieste, – si legge in un comunicato diffuso dai vertici della Ciccolella – l’azienda ha sottoscritto un accordo con i sindacati di Foggia e Potenza, il 18 maggio scorso, nella Prefettura di Foggia, impegnandosi a versare la 14^ mensilità entro fine mese e quella di aprile tra il 15 e 20 giugno.
Nonostante la sottoscrizione dell’accordo per Candela e Melfi, una minoranza di lavoratori del sito lucano, ha continuato lo sciopero proseguendo con i presidi all’esterno del sito produttivo, impedendo l’accesso di persone e mezzi e, di conseguenza, fermando totalmente la raccolta, il confezionamento e la distribuzione del prodotto. Questo comportamento scorretto sta aumentando i già ingenti danni subiti dall’azienda a causa dello sciopero ad oltranza.
A fronte di questa situazione, l’azienda si è vista costretta a ridurre l’attività del sito di Candela in quanto impossibilitata alle operazioni di confezionamento che sono concentrate nel sito di Melfi e ha, di conseguenza, dovuto prendere atto del mancato rispetto dell’accordo.
Questa situazione – conclude la nota – rende più difficoltosa la reperibilità immediata di risorse finanziarie utili ad accelerare i pagamenti arretrati. Ecco perché l’azienda si riserva di mettere in atto tutte le azioni necessarie e possibili, nel rispetto della legge, per tutelare la continuità aziendale e gli interessi propri e di tutti i lavoratori, compresa la maggioranza che non ritiene di scioperare”.
BAS 05