Rosa, Venezia e Pici: no al populismo dell’antipolitica

I consiglieri regionali del Pdl partecipano al dibattito sui privilegi della “casta” ed annunciano che ripresenteranno la proposta di istituire una commissione d’inchiesta sulle assunzioni degli enti pubblici

“Le cronache politiche di questo ferragosto si sono concentrate sui cosiddetti ‘privilegi diretti della casta’ (esistenti da sempre, solo oggi c’è ne ricordiamo), tra cui le pensioni d’oro, e dei privilegi indiretti, riguardanti congiunti, parenti, amici ed affini che riescono a trovare una sistemazione fin troppo facilmente rispetto ai ‘normali’ giovani lucani. Si è posta l’attenzione anche sulla meritocrazia che non esiste in Basilicata e sulle assunzioni sospette o anche sugli stessi contratti da esperti e di collaborazione, interinali e varie dell’universo del ‘Potere Pubblico’. Non dobbiamo dimenticare che in questi anni il potere ha anche ‘assunto’ mettendoli sul libro paga illustri esponenti della stampa. La libera stampa fa e deve fare il suo mestiere, fa bene a lanciare l’allarme, ad approfondire ed interpretare il ruolo di ‘mastini’ sui fatti, atti e comportamenti delle oligarchie pubbliche. Detto questo, però, notiamo che si rischia di cadere nell’anti-politica, ponendo tutti nello stesso calderone e puntando l’indice su tutti indistintamente”. E’ quanto sostengono in una nota i consiglieri regionali Gianni Rosa, Mario Venezia e Mariano Pici (Pdl).

“Spieghiamo meglio – continuano i tre esponenti politici – onde evitare che si creda che si vogliono minimizzare le questioni, poiché nei giorni scorsi è stato tirato in ballo anche il Popolo della Libertà. Il Pdl è un partito formato da tante donne, uomini, e giovani anche disoccupati che hanno aderito ad un progetto politico, spesso anche con notevoli sacrifici personali, mettendo a disposizione il loro tempo, le loro energie, la loro passione politica e anche tante volte auto finanziandosi mettendo a disposizione risorse economiche personali. Lo rimarchiamo, questi amici lo fanno per un’idea, per pura passione civile, con la speranza che nella nostra regione si creino le condizioni per avere una qualità di vita migliore e che si risolvano le tante problematiche collettive delle comunità. Attaccare il Pdl significherebbe attaccare loro principalmente. Attaccare, invece, un sistema di casta e di oligarchia lo reputiamo giusto. Da destra a sinistra, senza fare sconti a nessuno ma senza cadere però nella demagogia e nel populismo dell’antipolitica”.

“Innanzitutto ricordiamo che i principali attori della parentopoli e delle assunzioni di filiera – aggiungono Rosa, Venezia e Pici – sono coloro che detengono il potere reale. La ‘Casta della Maggioranza’, le oligarchie del centrosinistra, i corporativismi delle associazioni di categoria della Triplice. Non neghiamo l’evidenza, il resto vi è, ma sono piccole cose, che sia chiaro vanno anch’esse stigmatizzate e condannate. Ma resta il problema reale e concreto di un Sistema Sociale bloccato e anche classista di una piccola borghesia lucana, contigua al potere, che di fatto ha penetrato ogni ambito della vita pubblica, rendendo marginali il resto maggioritario della società civile.

“Ad inizio legislatura – primo firmatario Mario Venezia- si propose una mozione (bocciata dal Consiglio) per la costituzione di una commissione d’inchiesta per tutti i concorsi effettuati negli ultimi anni presso la Regione Basilicata, gli Enti Pubblici e le società partecipate; in quest’anno sono seguite molte altre iniziative del Popolo della Libertà sul fenomeno lucano che vede il “Pubblico” quale grande collocatore e selezionatore senza criteri di trasparenza e meritocrazia. Riteniamo che la Commissione d’Inchiesta fosse una proposta valida, e la reputiamo alla luce di quanto accaduto in questo anno sempre più attuale – concludono i tre esponenti del Pdl – tanto che è nostra intenzione riproporla nuovamente in questa settimana. Il sistema esistente in Basilicata è stato creato ed alimentato dai partiti del centrosinistra, che sta bene alle classi privilegiate ed ai gruppi di potere, ma non sta bene ai cittadini e a chi crede nel bene pubblico, qualunque sia la sua filosofia di vita e credo politico. Noi rilanceremo la proposta, ci auguriamo che oggi sia sostenuta da chi crede nella politica e nella meritocrazia e desideri scardinare il sistema. Poi, chi ha sbagliato paghi, senza né alibi o giustificazioni ma solo dopo aver accertato i fatti, le responsabilità e le contiguità. Questo solo e soltanto nell’interesse dei lucani e dei giovani lucani, quelli con curriculum e capacità ma senza cognomi o protettori”.

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