''Adesso l’a.d. Fiat Marchionne deve dire con chiarezza dove investirà i 20 miliardi di euro del Progetto Fabbrica Italia, se e quando uscirà un nuovo modello di auto e quale futuro ha in mente per Melfi”. E’ quanto sostengono in una dichiarazione congiunta i segretari generale regionale della Uil Carmine Vaccaro e quello provinciale della Uilm Vincenzo Tortorelli.
“Ci sono piaciute – aggiungono – le parole di reazione del Presidente De Filippo alle dichiarazioni in tv di Marchionne soprattutto perchè esprimono da una parte la difesa dello stabilimento lucano e la tutela dei lavoratori della Sata e dall’altra la volontà di respingere ogni tentativo di umiliare i lavoratori e il sindacato. Adesso però – continuano Vaccaro e Tortorelli – bisogna alzare il livello di pressing nei confronti dell’a.d. Fiat per costringerlo ad uscire dagli equivoci e a chiarire una volta per tutte quale sia la reale intenzione della Fiat. Se vuole invertire il rapporto tra la quantità di auto prodotte all'estero in Italia deve smetterla di fare dichiarazioni che sono la negazione di ciò. E se la sfida futura si gioca sulla qualità piuttosto che sulla quantità, il Campus Tecnologico di Melfi per il quale la Regione investe fondi propri – affermano i segretari Uil e Uilm – è più che una cartina al tornasole delle reali intenzioni di Marchionne oltre a un validissimo motivo per chiedere conto dei programmi per Melfi. Siamo preoccupati però del clima che le affermazioni dell’a.d. Fiat sta determinando non solo tra le tute blu ma con il disorientamento diffuso nell’intera società. Anche per questo la disdetta dell'accordo sulle pause di lavoro a Melfi ha assunto aspetti particolari che vanno al di là del problema specifico, mentre il confronto non si fa sulla base di affermazioni ad effetto come quella sulla disponibilità a portare i salari ai livelli esteri”.
Nel ribadire che “il sindacato non è disposto a firmare "cambiali in bianco", Vaccaro e Tortorelli infine rilanciano la sollecitazione a Marchionne a discutere, “mantenendo nervi saldi e quindi senza cadere nella trappola”, di un piano per ogni stabilimento italiano. Le istituzioni e i partiti lucani – concludono – invece di rincorrersi in dichiarazioni di “gara” tra chi usa il linguaggio che prende di più le distanze da Marchionne, farebbero bene ad adoperarsi per il dialogo sul progetto Fabbrica Italia e sui programmi per la Sata”.
(bas – 04)