Pepe (Cgil): dichiarazioni Marchionne offensive

"Le dichiarazioni dell'amministratore delegato di Fiat, Sergio Marchionne, ospite nella trasmissione di Fabio Fazio domenica sera, sono a dir poco provocatorie ed offensive per tutto il Paese, per il sindacato italiano, e per tutti i dipendenti del gruppo automobilistico torinese".  Lo afferma, in un comunicato stampa, il segretario regionale della Cgil, Antonio Pepe.

"Non è concepibile – aggiunge Pepe – che l'amministratore della più grande industria italiana sferri un attacco tanto pesante all'intero sistema Paese che ha contribuito in maniera determinante a fare della FIAT il colosso che è oggi. La filosofia sottesa all'intervento dell'A.D. è assolutamente infausta e deleteria. Per Marchionne 5 milioni di auto prodotte a Melfi passano da fiore all'occhiello del gruppo, con la maggiore produttività d'Europa, a inutile bisaccia da abbandonare lungo il cammino verso il futuro. E rammenti l'amministratore che lo stabilimento di Melfi e' stato realizzato con investimento esclusivamente pubblico. Cosa chiede Marchionne: tornare all'epoca dei cottimisti, ridurre le persone ad automi al servizio dell'azienda come il Lulù de "la classe operaia va in paradiso" di Elio Petri? Dovrebbe sapere, l'amministratore delegato della Fiat, quanto sui mercati internazionali possano essere devastanti le sue dichiarazioni di domenica.
Come potra' un imprenditore estero venire ad investire in Italia quando la più grande azienda del Paese dichiara di poter stare molto meglio se solo chiudesse gli stabilimenti nel suo territorio? Come, da oggi, gli operai del gruppo potranno continuare a credere in un'azienda che li ha tacciati di essere un peso inutile nell'economia del sistema? Bisognerebbe che la Fiat riconoscesse i danni economici al paese, danni esistenziali, morali ed economici per gli operai e per tutti coloro che credono nel vero made in Italy.
Fare l'amministratore delegato di una grande azienda come la Fiat non deve essere considerato un sport estremo, ma una missione il cui fine ultimo deve essere la partecipazione allo sviluppo ed alla crescita dell'intero Paese. In caso contrario Marchionne farebbe bene a dire apertamente che il suo obiettivo è delocalizzare tutte le produzioni in territori dove il costo del lavoro è più basso e le tutele sindacali praticamente assenti. E se così fosse dovrebbe smettere di fregiarsi di essere condottiero del sistema italia sui mercati internazionali e magari ripagare ogni singolo operaio, ogni singolo impiegato, ogni singola amministrazione dei danni irreparabili che ha apportato.
Per riposizionarsi sul mercato bisognerebbe investire in innovazione, nuove tecnologie e nuovi modelli, magari più remunerativi, abbandonando la logica della quantita' e puntando sulla qualita' come si era fatto per Melfi, per la Ferrari o per Sevel.
Buon lavoro Amministratore Delegato – conclude Pepe – e mi raccomando, la prossima volta che le viene in mente di trovare scorciatoie per fuggire in altre lande, pensi bene al piatto in cui ancora oggi sta mangiando e non ci sputi dentro, potrebbe farle venire tremendi mal di pancia".
(bas – 04)

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