(Artè) Potenza- Nel pomeriggio di sabato, alle 18,30, presso la Galleria civica di Palazzo Loffredo, per iniziativa del Circolo Culturale “Silvio Spaventa Filippi” sarà presentato il nuovo romanzo di Mariolina Venezia dal titolo “Come piante tra i sassi”. La scrittrice lucana dopo il successo ottenuto con il suo primo romanzo Mille anni che sto qui – best seller vincitore del Premio Campiello 2007 – torna nella sua Basilicata con un giallo sui generis, originale e divertente, pungente ritratto dell'Italia di oggi. Dopo il saluto del sindaco, Vito Santarsiero, previsto l'intervento del presidente del Circolo, Santino Bonsera. Presenta la giornalista Beatri Volpe.
Protagonista il sostituto procuratore di Matera Immacolata (Imma) Tataranni, un personaggio eccentrico e riuscitissimo. Simpatica e antipatica al tempo stesso, in una parola irresistibile, Imma è alta un metro e uno sputo, ha capelli crespi, gusti improbabili e una memoria prodigiosa. È una donna abituata «per indole e storia personale» a non perdersi in chiacchiere e ad andare al sodo «cercando di risolvere problemi domestici e casi giudiziari senza grosse distinzioni fra un omicidio passionale, un abuso edilizio e un rubinetto che perde, implacabile come un orologio a cucù, insensibile alle sfumature e concentrata sul risultato».
Caustica e determinata, ironica e inguaribilmente ottimista, Imma è decisa a fare luce sull'omicidio di un ragazzo morto accoltellato. Sullo sfondo di una regione dai mille problemi, descritta con dissacrante ironia e ostinato attaccamento, Irma indaga attorniata da una folla di personaggi le cui storie Venezia intreccia con l'abilità già dimostrata in Mille anni che sto qui. E destreggiandosi tra il bell'appuntato Calogiuri, l'odiatissima impiegata assenteista Maria Moliterni, l'ottuso maresciallo La Macchia, l'incontenibile sovrintendente Montemurro, suocera, marito, figlia e un traffico di rare tavolette votive dell'epoca della Magna Grecia, Imma riuscirà a portare a galla la verità. Perché la gente della Basilicata è sempre stata così, «quando si mettevano non mollavano, come certe piante abituate a crescere in terreni impervi. Come lei».
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