“Il Parco della Grancia e il Cinespettacolo “La Storia Bandita”, che ha ripreso la programmazione nello scorso fine settimana, sono l’esempio più originale di strumenti per promuovere il territorio non solo perché è il primo Parco storico-rurale e ambientale d’Italia ma perché ambiente e tradizioni sono gli elementi che caratterizzano la cultura di un territorio rurale che può diventare attrazione turistica al pari di una località di mare o di una città d’arte”. E’ quanto sostiene il vice presidente e assessore all’Ambiente della Provincia di Potenza, Massimo Macchia, sottolineando che “la nuova stagione del Cinespettacolo come tutta l’attività del Parco vanno sostenute con maggiore convinzione perché nello sviluppo rurale la valorizzazione del patrimonio locale è indirizzata prima di tutto alla popolazione residente, ma la dimensione culturale del progetto è un fatto di più ampio respiro. L'uso delle risorse nei territori rurali è largamente condizionato dalla tradizione, soprattutto nelle aree agricole in cui lo stesso uso della terra è consolidato nel terreno, proprio perché qualsiasi innovazione implica per sua definizione il mutamento di un modo di produrre, di ragionare, magari consolidato nel tempo, con un altro modo di produrre e ragionare che richiede l'acquisizione di un convincimento generale che solo con un ampio confronto tra tutti gli attori locali è possibile raggiungere. Per questo un progetto di sviluppo locale mira ad attivare e incentivare la valorizzazione della cultura e delle risorse ambientali fino a farle diventare strumenti di crescita di un'economia locale in difficoltà, ma è un percorso che innanzitutto deve far leva sul senso di appartenenza delle popolazioni. Per quest’area e per il futuro del Cinespettacolo – aggiunge Macchia – nuove prospettive si aprono adesso con i progetti contenuti nei PIOT e in quelli che realizzeranno i GAL con l’obiettivo di investire nuove risorse finanziarie a favore dell’economia rurale. Di qui la necessità di un più efficiente coordinamento delle azioni da mettere in campo che vedono numerosi soggetti pubblici, enti locali, Apt e privati coinvolti sino a realizzare un vero e proprio Coordinamento per la Difesa e Promozione della Cultura Rurale per rafforzare potenzialità e benefici delle strette relazioni tra la cultura dell’economia rurale ed economia della cultura”.
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