(ACR) FIAT, SIMONETTI: ISTITUZIONI E POLITICA VICINI AD OPERAI

“Il ritorno allo strumento della cassa integrazione ordinaria alla Sata-Fiat di Melfi, deciso unilateralmente, fa tornare indietro le lancette dell’orologio della storia, quando i padroni delle fabbriche stabilivano, senza dover dar conto a nessuno, di chiudere a riaprire gli impianti a proprio piacimento e secondo convenienza”. E’ quanto afferma la presidente del gruppo Prc in Consiglio regionale, Emilia Simonetti, sottolineando che “è compito delle istituzioni e della politica non lasciare soli i lavoratori della Fiat in questa fase delicatissima per la vita di migliaia di operai e famiglie, non sottovalutando il sacrificio economico che si richiede agli stessi lavoratori e alle loro famiglie che subiscono già gli effetti dell’erosione del potere di acquisto dei salari. Noi del Prc e della Federazione della Sinistra siamo vicini ai lavoratori e – aggiunge – non a caso abbiamo promosso a Torino per il 30 e 31 gennaio prossimi la Conferenza nazionale delle lavoratrici e dei lavoratori, per ridare protagonismo e voce ai tanti e diffusi movimenti operai di lotta a sostegno di vertenze per la difesa dei posti di lavoro”.

A parere di Simonetti “non convince la giustificazione del gruppo torinese per il ricorso alla Cassa integrazione guadagni ordinaria con la flessione che si è registrata nel mercato di vendita delle auto, in quanto non è avvenuta alcuna consultazione preventiva con i sindacati che stanno preparando lo sciopero di quattro ore dei lavoratori del gruppo Fiat, indetto per il 3 febbraio prossimo anche a sostegno della vertenza di Termini Imerese. La solidarietà agli operai siciliani – aggiunge Simonetti – per noi è un atto importante per lanciare un segnale politico ai manager della Fiat che continuano a perseguire il disegno di chiudere fabbriche al Sud, dopo aver incassato aiuti finanziari di Stato e sgravi fiscali, per riaprire in Paesi Europei e in via di sviluppo ed avere mano libera sui salari degli operai di quei Paesi”.

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