“L'ulteriore calo delle immatricolazioni annunciato dal centro studi Promotor per il mese di agosto, unita all'annuncio della Fiat di un nuovo ciclo di cassa integrazione per riallineare i livelli produttivi alla domanda, mette in luce la necessità di individuare nuovi canali e nuove modalità per rilanciare il comparto automotive nel nostro paese”. Lo sostiene in un intervento il segretario generale della Cisl Basilicata, Nino Falotico, secondo cui “il tema del giorno non è la disdetta del contratto nazionale, né la creazione di un contratto ad hoc per l'auto, ma il futuro dell'industria metalmeccanica italiana”.
Per il segretario della Cisl lucana “la ristrutturazione in corso a livello mondiale sta ridefinendo in maniera profonda e per certi versi radicale i connotati del settore automobilistico, da un lato per effetto della crisi economica internazionale, dall'altro come effetto della progressiva apertura dei nuovi mercati asiatici, apertura che genera nuove opportunità di sviluppo, ma anche nuove tensioni sul piano sociale nei paesi occidentali, mettendo a dura prova la rete dei diritti acquisiti in oltre un secolo di lotte sindacali. Dentro questo rimescolamento, a volte caotico, del settore, la Fiat assume nel nostro paese il ruolo di epicentro del cambiamento, anche alla luce degli ambiziosi obiettivi contenuti nel nuovo piano industriale e nel conseguente progetto Fabbrica Italia”.
E allora, secondo Falotico, “la sfida per il sindacato è tra imprecare contro il mondo cambia e partecipare al cambiamento; tra un antagonismo che si limita a riciclare le parole d'ordine del novecento e il riformismo che sfida sul terreno delle relazioni industriali e della democrazia economica le controparti imprenditoriali, con l'obiettivo strategico di riequilibrare per nuove vie il potere dentro le organizzazioni aziendali”.
“La nuova governance industriale è una questione di regole da completare o da riscrivere – aggiunge Falotico – ma anche di strategie e di scelte di politiche industriali per la competitività del sistema paese. Il sindacato non può permettersi di accomodarsi nella mera gestione delle vertenzialità, grandi o piccole, singole o collettive: oggi il sindacato ha la straordinaria opportunità di mettersi alla testa di una nuova stagione di riforme finalizzate ad ampliare la platea dei diritti e a rendere più equa la distribuzione della produttività. Se il patto sociale auspicato da Marchionne è questo – conclude – la Cisl ci sarà e sarà in prima fila”.
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