“Appare sempre più urgente una Conferenza di Servizio sull’Università di Basilicata che all’analisi informata dei problemi faccia seguire un piano d’azione coordinato che impegni davvero ciascuna istituzione (Regione, Province, Comuni, ARDSU, etc.) a fornire il proprio contributo nell’ambito di una strategia coordinata volta a sostenere e migliorare le condizioni di studio e di lavoro all’interno dei Poli Universitari di Potenza e Matera”. E' la proposta di Salvatore Margiotta e Valerio Tramutoli del Forum Pd università e ricerca, alla luce di una dettagliata analisi sulle conseguenze del decreto Gelmini sull'Università.
“E' significativo che nello stesso giorno in cui il Senato ha approvato il DdL 1905 (Gelmini) sull’Università (al vaglio della Camera dal prossimo settembre) la Camera abbia approvato (in via definitiva) il decreto Tremonti sulla manovra finanziaria. Infatti, non tanto il DdL Gelmini (con le sue luci e le sue ombre) ma il suo combinato disposto con i reiterati tagli ai finanziamenti operati dal Governo rischiano di tradursi in un attacco senza precedenti al sistema pubblico della formazione universitaria”.
Si tratta di “provvedimenti iniqui anche perché colpiranno gli Atenei in maniera diversa, ma quasi mai in relazione con il loro comportamento più o meno virtuoso nell’amministrare le risorse pubbliche e meno che mai con il loro “merito” nella didattica e/o nella ricerca. Inoltre non verrà considerato l'investimento compiuto dalle amministrazioni locali su cui gli atenei operano, come ormai da anni avviene meritoriamente sul nostro territorio”.
“Nei grandi Atenei essa porterà più che altro – sottolineano Margiotta e Tramutoli – ad una razionalizzazione dell’offerta con la riduzione delle molte duplicazioni esistenti anche attraverso la collaborazione tra Atenei che insistono su aree molto vicine tra loro”, mentre “diverso sarà il caso di Atenei più giovani e con una offerta formativa già limitata”.
“Nel caso dell’Università della Basilicata, salvo specifici interventi legislativi che intervenissero ad eliminare i vincoli alle assunzioni di nuovi professori, anche il significativo finanziamento regionale potrebbe non bastare a garantire il mantenimento dei corsi (addirittura delle Facoltà) attivati negli anni scorsi a “costo zero” (cioè grazie ad uno sforzo straordinario e gratuito del personale docente e non docente dell’Ateneo). La mancanza dei requisiti minimi di docenza potrebbe infatti costringere – dicono ancora gli esponenti del Pd – ad una ulteriore (dopo la chiusura di Corsi di Laurea in Lingue e di Scienze della Comunicazione) riduzione dell’offerta formativa particolarmente grave in un territorio, come il nostro, in cui la presenza dell’Università ha rappresentato, per molti studenti lucani, davvero l’unica opportunità per esercitare concretamente il proprio diritto allo studio. Ci troveremmo per l'ennesima volta dinanzi alla distonia tra l'azione del governo regionale che mette in campo risorse ed investimenti a favore del nostro ateneo e l'impianto del governo nazionale che appare invece vanificare ogni sforzo teso a dare futuro e prospettiva all'Università di Basilicata". Anche per questo "il Pd lucano è al fianco di quanti, dentro e fuori le università, in questi mesi si sono mobilitati in difesa del sistema pubblico della formazione universitaria italiana che il Governo vorrebbe ridimensionare e dequalificare a colpi di tagli indiscriminati”.
bas 02