A POTENZA CONVEGNO SULLA RACCOLTA DIFFERENZIATA DEI RIFIUTI

“Raccolta differenziata. Impegno comune”. Questo il tema del convegno organizzato dalla Provincia di Potenza, in collaborazione con Legambiente, nel Museo provinciale di via Ciccotti a Potenza. Tre le sessioni previste, la prima delle quali sugli “Aspetti normativi della gestione dei rifiuti. Lo start up della raccolta differenziata”.
Ad aprire i lavori il presidente del Consiglio provinciale Palmiro Sacco, il quale ha ricordato che i primi studi sulla raccolta differenziata sono stati fatti nel 2004 quando le percentuali erano attestate intorno al 4%. “Nel 2009 si è passati solo 9%, dato questo – ha affermato Sacco – che testimonia sia le difficoltà dei Comuni di potenziamento della raccolta sia di un problema culturale che interessa i cittadini”.
Da parte sua l’assessore provinciale all’Ambiente e vicepresidente Massimo Macchia ha sottolineato i grossi passi in avanti compiuti dall’Ente, nel giro dell’ultimo anno, per l’attualizzazione degli interventi contenuti nell’intesa istituzionale sul sistema integrato di gestione dei rifiuti urbani, firmata il 23 gennaio 2009 dalla Regione Basilicata e dalle Province di Potenza e Matera, ch riguardano principalmente la realizzazione di un primo impianto di compostaggio intercomprensoriale e la conversione delle piattaforme di Venosa e Sant’Arcangelo, destinando almeno la metà della massima capacità di trattamento alla trasformazione in compost di qualità delle frazioni compostabili provenienti dai sistemi di raccolta differenziata. “Interventi questi ultimi – ha spiegato Macchia – che saranno inseriti nel Piano delle opere pubbliche entro la fine del mese”.
Numerosi gli spunti emersi dal convegno. In particolare nel proprio intervento Umberto Gianoglio, della cooperativa Erica, ha fornito dei chiarimenti sulla “Applicazione della tariffa rifiuti”, spiegando che attualmente coesistono la vecchia Tarsu introdotta nel 1997 dall’art. 49 del decreto Ronchi e la tariffa contenuta nel Testo unico ambientale del 2006, di cui manca, tuttavia, un regolamento attuativo. “Una situazione singolare, dunque – ha affermato Gianoglio – poiché la Tarsu è applicabile solo in quei Comuni nei quali veniva già utilizzata, mentre la nuova tariffa non può ancora essere applicata perché difetta di un regolamento attuativo. Una tariffa quest’ultima, in cui c’è una correlazione stretta tra produzione dei rifiuti e importi da versare”.
Sull’accordo Anci-Conai, stipulato il 23 dicembre 2008, si è soffermato Fabio Costarella, responsabile Conai area Sud, spiegando che è “un’intesa nata per dare un più forte impulso alla raccolta urbana, attraverso convenzioni con i Comuni, ai quali viene riconosciuto e garantito nel tempo un corrispettivo economico in funzione della quantità e della qualità dei rifiuti urbani raccolti. I rifiuti di imballaggio in acciaio, alluminio, carta, legno, plastica e vetro vengono in tal modo conferiti al Sistema consortile, che li avvia a riciclo in appositi centri individuati sul territorio. L'obiettivo – ha concluso Costarella – è anche quello di stimolare sempre più l'adozione di modalità organizzative del servizio di raccolta differenziata dei rifiuti di imballaggio che consentano una crescita dimensionale, ma anche e soprattutto qualitativa delle raccolte”.
A Giuliana Di Fiore, docente di diritto dell’Ambiente dell’Università Federico II di Napoli, è toccato illustrare gli aspetti normativi della gestione dei rifiuti, con particolare riferimento alla divisione delle competenze tra Regioni, Province e Comuni anche alla luce dell’abolizione degli Ato, prevista dalla L. 42/2010. “CIò che manca nell’attuale sistema integrato della gestione dei rifiuti – ha affermato la docente – è lo strumento pianificatorio, essendo invece perfettamente delineato il quadro normativo. La pianificazione – ha continuato – spetta alle Regioni, per quanto riguarda la funzione legislativa, e alle Province per gli aspetti amministrativi ed è uno strumento essenziale di governo del territorio, finalizzato a fare sintesi tra i diversi interessi. Nella pianificazione di area vasta, che definisce l’allocazione dell’impiantistica sul territorio, è essenziale il ruolo svolto dalle Province, attraverso il Piano strutturale provinciale e la gestione del ciclo integrato dei rifiuti”. Sul sistema elettronico di tracciabilità dei rifiuti, che ha sostituito quello tradizionale, con evidenti vantaggi per il contenimento dei costi delle imprese e per il recupero di aree di legalità, ha relazionato invece Giusi Condosta del Sistri (Sistema informatico di controllo tracciabilità dei rifiuti del Ministero dell’Ambiente).
Pasquale Lepore, progettista di piani di raccolta differenziata Sintesi ha relazionato sullo “Start up della raccolta differenziata”. Tra gli scenari indicati da Lepore per incrementare le percentuali di raccolta differenziata, che la legge impone al 65%, il primo è quello della raccolta porta a porta, attraverso l’eliminazione del cassonetto dell’indifferenziato. “Si raccoglie direttamente a domicilio l’umido non riciclabile – ha detto Lepore – e si continuano a raccogliere le frazioni nobili con il sistema stradale. Con questo sistema, si raggiungono percentuali del 50%. Un successivo passaggio è quello di eliminare quasi tutti i cassonetti, come è avvenuto nella città di Salerno, nella quale sono stabiliti dei giorni per la raccolta domiciliare. Importante è, inoltre, il ruolo dei facilitatori che spiegano ai cittadini come fare la raccolta secondo queste nuove modalità e consegnando alle famiglie il kit apposito”. Il convegno ha visto la presenza di numerosi amministratori locali e consiglieri provinciali.
(bas – 04)

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