“L’ammodernamento della Melfi – Potenza può passare attraverso una ipotesi di progetto di finanza. Recuperando parte dell’investimento con il pedaggio di transito”
“Da cinque mesi – dice il Presidente del gruppo Io amo la Lucania – sono un utente giornaliero della strada che collega Melfi con la città capoluogo. Quasi tutti i giorni. In ogni ora della giornata. Non mi annovero tra quelli che sanno guidare. Anzi, sto imparando in questi mesi. Ieri l’ennesimo incidente mortale. Oggi uno dei tanti che quotidianamente avvengono. E l’inverno si avvicina. Guido con preoccupazione. Ho imparato ad essere disciplinato. Per amore degli altri. Ho comprato il bluetooth per essere in linea ed essere meno solo. Uso la cintura. Ma non basta. A volte, le lunghe code spazientiscono. E, quindi, si approfitta dei corridoi liberi. Una segnaletica che è fatta a posta per non essere rispettata. Ma c’è tanta gente che non sa guidare. Devi concentrarti. Sei solo con i tuoi pensieri. Rifletti. Poteva capitare anche a me. Cosa si può fare? La politica si interrogherà come sempre. Addossando le colpe (o le maledizioni) al Governo nazionale, poi a quello regionale ed infine all’Anas. Servono i soldi che non ci sono. Tutti sono d’accordo,ma la soluzione (ce ne sono a decine) non arriva mai”.
“Penso – aggiunge Navazio – ad una vecchia (si fa per dire) proposta di appena un anno fa. ‘L’ammodernamento della Melfi – Potenza può passare attraverso una ipotesi di progetto di finanza. Recuperando parte dell’investimento con il pedaggio di transito’. Fece un po’ scalpore. Si guardò più all’effetto pedaggio che alla soluzione. Una soluzione che persino il centro studi Nomisma di Prodi valutò già nel 2001 accompagnandola con uno studio di fattibilità di cui si è persa traccia. L’idea è semplice. Grandi imprese, grandi banche anticipano parte del capitale necessario all’investimento recuperandolo nel tempo (trenta anni o giù di lì) con una tariffazione e mantenendo la strada per tutto il tempo. Da altre parti succede. Basti pensare alla Brescia – Milano – Bergamo. Qui siamo alla disputa che deve pensarci lo Stato. Che la Regione può fare sponda con pochi spiccioli (30-40 milioni di euro) per un progetto che ha del faraonico (si parla non di un miliardo di euro ma, addirittura, di 4.5 miliardi di euro: quasi fosse lo stretto di Messina). L’Anas riveda il progetto che giustamente parte da Lauria ed arriva a Candela”.
“Ma partiamo con uno stralcio – afferma Navazio – quello più pericoloso. Lasciamo stare le opere complesse o le deviazioni politiche, proposte e bocciate dalla commissione Via nazionale. Un progetto che tenga conto degli standard in uso. Proviamo a trovare gli imprenditori giusti e le banche che accettano un giusto profitto. Ne riparliamo al prossimo incidente mortale (non voglio essere cinico ma purtroppo sarà così). Con la cantilena delle buone intenzioni e sperando che non tocchi a me”.