"Le notizie giornalistiche su alcuni dei più efferati omicidi di mafia e la denuncia di don Marcello Cozzi, coordinatore di Libera, sul clima di tensione che si è creato intorno a lui e che gli fa temere per la sua vita, richiedono una risposta della politica e delle istituzioni democratiche per rivendicare la completa ricostruzione dei fatti che hanno insanguinato la Basilicata e con essa la ripresa della mobilitazione popolare e democratica contro la criminalità". E' il commento del capogruppo di IdV alla Provincia di Potenza Vittorio Prinzi da Vasto dove partecipa alla festa nazionale del partito che – sottolinea – "tra le "idee pulite" al centro dei dibattiti e della sfida di IdV al centrodestra ha come centralità il tema della lotta alle mafie e alla criminalità".
Nell'esprimere "solidarietà e vicinanza a don Marcello Cozzi, protagonista del movimento dei cittadini per la legalità e quindi di tante battaglie, oltre che simbolo della domanda di verità sul barbaro omicidio di Elisa Claps che pesa sulla coscienza di tutti i lucani", Prinzi evidenzia "la necessità di non lasciare solo don Cozzi in questo particolare momento, perchè la storia insegna che quanto gli uomini al servizio dello Stato, i magistrati, i sindacalisti, i preti anti-camorra ed anti-mafia sono stati lasciati soli o al massimo hanno ricevuto attestati formali di solidarietà sono finiti vittime della criminalità organizzata. La mafia punta a fare terra bruciata per colpire uomini e donne simboli della volontà di lotta e di riscatto. Sono certo che l'Amministrazione Provinciale di Potenza che da anni condivide con il coordinatore di Libera la battaglia contro l'usura e il fenomeno dei "cravattari", purtroppo diffuso tra le famiglie lucane a seguito della crisi, assumerà una specifica iniziativa".
Secondo il capogruppo di IdV "sollecitare magistratura e forze dell'ordine ad intensificare indagini ed attività investigative per ricostruire le pagine più nere della storia contemporanea delle nostre comunità, a partire dall'individuazione di esecutori e mandanti di tanti delitti ancora oscuri, è compito di quella politica che da sempre non crede nella teoria dell' "isola felice". Le ultime dichiarazioni di affiliati alla mafia e collaboratori di giustizia rivelano trame che, comunque in attesa di riscontri investigativi e conferme giudiziarie, evidenziano un disegno ancora più allarmante e pertanto da decifrare con attenzione per capire sin dove volesse spingersi la cosiddetta mafia lucana per interessi economici ed affari e nell'attacco alla vita delle popolazioni e delle istituzioni".
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