Napoli su riordino Comunità montane

Il consigliere del Pdl in merito al riordino delle Comunità montane sottolinea “ gli errori nella gestione degli Enti che però non devono ricadere sul personale scevro da responsabilità nello spreco di risorse”

“La riorganizzazione delle Comunità montane che – ricorda Napoli – da quattordici diventeranno sette, è l’ulteriore prova di difficoltà in cui versa la maggioranza di governo regionale. Si susseguono riunioni politiche intorno al tavolo della Presidenza della Giunta, ma il risultato è di scarsa rilevanza se è vero come è vero che non si riesce a sbrogliare il bandolo della matassa, troppo fitta di intrecci e interessi politici per poter essere dipanata in maniera trasparente e lineare. Gli obiettivi che la finanziaria nazionale, a partire da gennaio 2011, imporrà a tutte le Regioni – continua Napoli – rappresentano un punto di partenza imprescindibile che non consentirà l’attuazione di manovre finanziarie in deroga a quanto stabilito. Regolare i conti regionali e rendere la macchina pubblica più efficiente, rappresenta la prossima sfida che deve necessariamente impegnare tutte le forze del Paese".

"La Regione Basilicata – sostiene Napoli – non potrà più consentire sperperi di denaro pubblico, mantenendo in piedi strutture il cui funzionamento deve essere razionalizzato in tempi rapidi. I nostri amministratori continuano a prospettare la data riferita al gennaio 2011 come la spada di Damocle che incombe sulla testa dei lucani, invece di iniziare la nuova fase politica caratterizzata da maggiore efficienza nella gestione e razionalizzazione dei costi, con contestuale snellimento dell’apparato burocratico. Le Comunità montane sono un fulgido esempio di come la politica del centro sinistra non riesca a porre rimedio ai tanti danni provocati dalla cattiva gestione, evitando, inoltre, di decidere in modo definitivo su un provvedimento fatto passare come elemento qualificante per la ripresa dell’economia regionale. Le Comunità montane hanno, indubbiamente, rappresentato un apparato dispendioso che, negli anni, ha visto crescere in maniera esponenziale costi di gestione ingiustificati e indiscriminati. Enti che avrebbero dovuto supportare il territorio, e fare da traino allo sviluppo delle aree montane, sono stati, in realtà, abbandonati a se stessi, divenendo solo strumenti di potere nelle mani della politica. Tutto questo a discapito del territorio ed oltretutto favorendo l’ingiusta colpevolizzazione di personale qualificato che per anni ha svolto in modo correto il proprio ruolo e che ora vede a richio il posto di lavoro. Occorreva – conclude Napoli – maggiore chiarezza e trasparenza nell’individuare l’esatto ruolo che le maestranze degli Enti montano devono avere nell’ambito delle Cominità locali, eliminando ogni forma di sovrapposizione e di duplicazione di compiti e competenze, adottando la giusta riqualificazione laddove necessaria”.
 

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