A settembre le vendite al dettaglio di prodotti alimentari crescono dello 0,7 per cento su base annua ma calano dello 0,2 per cento rispetto ad agosto, segno che cominciano a manifestarsi i primi effetti dell’aumento dell’Iva anche sui consumi di cibo e bevande.
D’altra parte, il segno più a livello tendenziale certo non basta a invertire la tendenza negativa sul fronte degli acquisti delle famiglie. Come evidenzia perfettamente il dato sulle vendite alimentari relativo ai primi nove mesi del 2011, che fa registrare un misero più 0,1 per cento e dimostra – se ancora ce ne fosse bisogno – l’andamento piatto e stagnante dei consumi degli italiani. Lo afferma la Cia-Confederazione italiana agricoltori, sottolineando che è più di un anno che la domanda domestica resta ferma. I consumatori scelgono di risparmiare dove possibile, anche sulla tavola, complice la perdita di potere d’acquisto e la ripresa dell’inflazione. A settembre -ricorda la Cia- le vendite di prodotti alimentari vanno bene solo nella Gdo (più 2,1 per cento) e soprattutto negli hard-discount (più 2,9 per cento), mentre crollano completamente gli acquisti nelle botteghe di quartiere e nei negozi di piccole superfici (meno 1,9 per cento). L’unica speranza di ridare un po’ di fiato ai consumi alimentari arriva dalle vacanze di Natale. Secondo le prime previsioni della Cia, non ci saranno crolli a tavola, anzi. Ben nove italiani su dieci non taglieranno il budget alimentare per il cenone della vigilia e per il pranzo del 25 dicembre e di Santo Stefano, preferendo risparmiare su regali e viaggi piuttosto che rinunciare alle tradizioni enogastronomiche.
Una strada per risparmiare c’è attraverso “la spesa in campagna”, progetto a cui aderiscono i titolari di una trentina di aziende agrituristiche di cui 18 in provincia di Potenza e 8 in quella di Matera (l’elenco completo è consultabile al sito www.laspesaincampagna.net dove è possibile individuare la mappa e persino scaricare il software per la navigazione Gps per raggiungerle).
Elementi fondamentali del progetto che è in fase di sperimentazione con gli associati Cia-Turismo Verde in modo da raccogliere le rispettive esigenze sono l’etichetta “prezzo chiaro” obbligatoria per i prodotti venduti attraverso la rete e il logo dei Circuiti brevi e l’albo regionale delle aziende agricole della filiera corta al fine di garantire un corretto e trasparente funzionamento di circuiti brevi di commercializzazione o “filiera corta”.
Obiettivo centrale è quello di avvicinare il consumatore in modo consapevole ai prodotti della sua area territoriale e rurale creando un rapporto più stretto dei produttori con i cittadini. E – cosa non da poco – garantire un risparmio tra il 20 e il 30% per una spesa media di 100 euro.
BAS 05