“La manovra economica del Governo Monti è vessatoria e iniqua nei confronti soprattutto del ceto medio, utilizzato come un bancomat per drenare sempre soldi, e famiglie non affrontando il nodo strutturale delle riforme necessarie per rilanciare il Paese Italia”. Così si esprime il vice presidente dell’Anci (Associazione nazionale comuni italiani) di Basilicata, nonché primo cittadino di Policoro, Nicola Lopatriello. Che aggiunge: “Ci saremmo aspettati da un Esecutivo con una così larga maggioranza misure che facessero uscire l’Italia dalla stagnazione economica. E invece ci è stato riproposto un film già visto con: aumento delle imposte, l’Iva nel 2012 aumenterà di 2 punti percentuali dal 21 al 23%; la tassa di stazionamento per le imbarcazioni, anche le più piccole, di sette euro al giorno, una sorta di tassa di posteggio per le barche, che penalizzerà il nostro turismo balneare; l’accise sulla produzione del carburante per autotrazione aumentata; la reintroduzione dell’Ici in forma rivista e corretta sotto il nome di Imu. Ebbene questi provvedimenti sono solo palliativi e gli italiani non usciranno certo dalla crisi economica nella quale, purtroppo, versano da anni. I buoni propositi del Monti editorialista del Corsera sono stati messi nel cassetto per rispolverare la più facile politica di far pagare sempre e solo ai soliti: chi non ha voce e rappresentanza. Ma così facendo saranno ancora di più penalizzati i consumi, che subiranno una contrazione, con il conseguente calo di produzione industriale per le nostre aziende già di per sé penalizzate dalla congiuntura economica. E nemmeno il taglio dell’Irap per l’assunzione di donne e giovani servirà a molto se i consumi calano. Mi sarei aspettato, come cittadino prima e come amministratore poi, un bilanciamento del carico fiscale spostandolo più verso le fasce di reddito alte con un aumento ad esempio dell’aliquota marginale Irpef oggi del 43% per colpire i redditi più alti, ma non si è fatto per non penalizzare il Pdl, da sempre contrario a far pagare di più a chi guadagna di più. Altra proposta: i patrimoni scudati rientrati in Italia scontavano con lo scudo fiscale solo il 5% per il reingresso in patria e oggi l’aliquota è stata ritoccata di poco, 1,5%, anziché elevarla di molto. Dove sono i tagli alle spese della politica romana? Non si poteva adottare un prelievo eccezionale sui redditi dei titolari di vitalizi parlamentari o regionali, più elevato per coloro che ancora non hanno raggiunto l'età per la pensione di vecchiaia? Sono diritti acquisiti? Lo erano anche quelli dei cittadini che si sono visti «cambiare il contratto» che avevano firmato con lo Stato quando erano entrati nel mondo del lavoro. Perché oltre alla dismissione del patrimonio pubblico non si dismettono anche la auto blu e non si riducono viaggi e voli molto spesso più personali che istituzionali? Perché non si è intervenuti su doppi incarichi di professionisti i quali svolgono sia un ruolo pubblico che consulenze “private” in authority ad esempio? E non c’è traccia nemmeno dell’allentamento della rigidità del Patto di Stabilità sulle spese di investimento. Il completamento della riforma previdenziale e la riduzione dei costi delle Province sono, a mio avviso, i soli provvedimenti che vanno nella direzione giusta e che rispondono a esigenze del Paese. Per il resto tutti sappiamo che l'introduzione di nuove imposte non potrà che acuire i segni della recessione e aprire un pericoloso gap temporale tra i sacrifici richiesti agli italiani e la tenuta dell'economia reale. Credo che questo Governo tecnico sulla carta sia il più politico di tutti i precedenti della Seconda Repubblica nei fatti. E mio malgrado anche il più pavido perché la manovra piace all’Europa ma non agli italiani”. (G.E.)
BAS 05