Precari Scuola, Singetta: serve intervento concreto Regione

“E’ urgente un intervento della Regione per sostenere il precariato della scuola lucana: gli oltre mille posti di lavoro persi in soli due anni devono far riflettere”

“Le manifestazioni dei docenti precari lucani contro la riforma Gelmini sono il segnale inequivocabile dei problemi che sta attraversando il settore, ormai già da tempo. La difficile condizione degli insegnanti non di ruolo, a volte “precari a vita”, si unisce alla rabbia per la mancata assegnazione delle ultime cattedre per gli incarichi annuali”. Ad affermarlo è Alessandro Singetta, consigliere regionale di Alleanza pèer l’Italia, il quale esprime “solidarietà agli insegnanti lucani che, in questi giorni, attendono una ferma iniziativa da parte della Regione che deve, necessariamente, fare proprie le istanze di una categoria che vive la difficile situazione dell’ incertezza del reddito, nonché del futuro”.

“Indubbiamente la sola dimensione regionale – continua Singetta – non può e non deve essere l’unica penalizzata, in quanto la riforma del mondo della scuola ha operato, a livello nazionale, tagli pesantissimi all’istruzione ed alla ricerca, destrutturando un sistema scolastico forse poco ‘innovativo’ rispetto ad altre realtà europee, ma certamente di qualità. In ogni caso, si rende necessaria una riflessione a livello di governo locale perché, accanto al malcontento ed alle giuste rivendicazioni di tanti precari “tagliati” fuori dalla riforma Gelmini, vi è da considerarsi, in toto, la complessità e la problematicità che presenterà l’ intero settore scolastico lucano, di ogni ordine e grado. I tagli della Legge 133/08, con l’ inizio del nuovo anno scolastico, danno contezza reale dei restringimenti effettuati: meno personale, meno materie di insegnamento, tagli consistenti al sostegno. Mi auguro che la Regione intervenga con sollecitudine – conclude Singetta – a sostegno di una categoria così duramente penalizzata da una riforma impopolare e di un sistema scolastico efficiente e aderente alle esigenze del territorio, considerato che la nostra regione fonda la sua stessa esistenza su una miriade di piccoli centri, soprattutto interni, che, con la riforma del ministro Gelmini, rischiano di pagare un prezzo davvero troppo alto”.

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