PNRR, LEGGIERI: OPPORTUNITA’ UNICA PER LA BASILICATA

Il consigliere del M5s approfondisce le componenti 2 (Energia rinnovabile, idrogeno, rete e mobilità sostenibile) e la 3 (Efficienza energetica e riqualificazione degli edifici) della Missione 2, Rivoluzione verde e transizione ecologica

Il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) rappresenta il principale strumento a disposizione degli Stati Membri dell’Unione Europea per contrastare gli effetti economici e sociali della pandemia da COVID-19 nell’ambito dell’iniziativa Next Generation EU. Previsti investimenti e riforme a cui sono associate risorse europee per 191,5 miliardi di euro oltre a 30,6 miliardi provenienti dal Fondo complementare nazionale, per un totale di 222,1 miliardi di euro. La ‘clausola del 40 per cento’, prevede che le Amministrazioni centrali coinvolte nell’attuazione del PNRR assicurino che almeno il 40 per cento delle risorse allocabili territorialmente, indipendentemente dalla fonte finanziaria di provenienza, sia destinato alle regioni del Mezzogiorno.

Obiettivo trasversale del PNRR è l’attenzione all’ambiente, tanto che tutti gli interventi previsti, non solo quelli della Missione 2, devono rispondere a un criterio ben preciso, riassunto nell’acronimo DNSH: Do No Significant Harm, cioè ’Non fare danni significativi all’ambiente’. La Missione 2 del PNRR, “Rivoluzione verde e transizione ecologica”, è quella dove il Ministero della Transizione ecologica svolge il maggior numero di attività. Le componenti della Missione 2 sono quattro. Nella prima si parla di “Agricoltura sostenibile ed economia circolare” che comprende la cultura e consapevolezza su temi e sfide ambientali; strategia nazionale per l’economia circolare; programma nazionale per la gestione dei rifiuti; supporto tecnico alle autorità locali; realizzazione nuovi impianti di gestione rifiuti e ammodernamento di impianti esistenti; progetti “faro” di economia circolare; isole verdi.

La Missione si prefigge di colmare le lacune strutturali che ostacolano il raggiungimento di un nuovo e migliore equilibrio fra natura, sistemi alimentari, biodiversità e circolarità delle risorse, in linea con gli obiettivi del Piano d’azione per l’economia circolare varato dall’Unione europea. Sono previsti corposi incentivi fiscali per incrementare l’efficienza energetica degli edifici, con il potenziamento del Superbonus 110 per cento e l’investimento in nuovi programmi di riqualificazione degli edifici pubblici: le misure consentono la ristrutturazione di circa 50.000 edifici l’anno. 

Per raggiungere la progressiva decarbonizzazione, sono previsti interventi perincrementare significativamentel’utilizzo di fonti di energia rinnovabili, attraverso investimenti diretti e la semplificazione delle procedure di autorizzazione per le rinnovabili, la promozione dell’agri-voltaico e del biometano. Si sostiene la filiera dell’idrogeno, e in particolare la ricerca di frontiera, la sua produzione e l’uso locale nell’industria e nel trasporto, la creazione di circa 40 stazioni di rifornimento, prioritariamente in aree strategiche per i trasporti stradali pesanti. Sono stanziate risorse per il rinnovo del trasporto pubblico locale, con l’acquisto di bus a bassa emissione, e per il rinnovo di parte della flotta di treni per il trasporto regionale con mezzi a propulsione alternativa. La Missione dedica risorse al potenziamento della capacità delle reti elettriche, della loro affidabilità, sicurezza e flessibilità (Smart Grid) e nelle infrastrutture idriche, con l’obiettivo di ridurre di almeno il 15 per cento le perdite nelle reti per l’acqua potabile. Trovano spazio nella Missione anche i temi della sicurezza del territorio, con interventi di prevenzione e di ripristino a fronte di significativi rischi idrogeologici, della salvaguardia delle aree verdi e della biodiversità, e quelli relativi all’eliminazione dell’inquinamento delle acque e del terreno, e alla disponibilità di risorse idriche.

La seconda componente si occupa di “Energia rinnovabile, idrogeno, rete e mobilità sostenibile”. Obbiettivi da raggiungere sono la semplificazione delle procedure di autorizzazione per gli impianti rinnovabili onshore e offshore, nuovo quadro giuridico per sostenere la produzione da fonti rinnovabili e proroga dei tempi e dell'ammissibilità degli attuali regimi di sostegno; nuova normativa per promuovere la produzione e il consumo di gas rinnovabile; semplificazione amministrativa e riduzione degli ostacoli normativi alla diffusione dell'idrogeno; misure volte a promuovere la competitività dell'idrogeno; promozione impianti innovativi (incluso off-shore); sviluppo del biometano secondo criteri per promuovere l'economia circolare; rafforzamento smart grid; interventi su resilienza climatica reti; ricerca e sviluppo sull'idrogeno; installazione di infrastrutture di ricarica elettrica; sviluppo agro-voltaico; promozione rinnovabili per le comunità energetiche e l'auto-consumo; produzione di idrogeno in siti dismessi (Hydrogen Valleys);utilizzo dell’idrogeno in settoridifficili da decarbonizzare (hard-to-abate);sviluppo dell’idrogeno. La componente tre si occupa di “Efficienza energetica e riqualificazione degli edifici”. Compresi in questo macroobiettivo sono il lancio del portale nazionale per l'efficienza energetica degli edifici; rafforzare le attività del piano di informazione e formazione per il settore civile; aggiornare e rafforzare il fondo nazionale per l'efficienza energetica; accelerare la fase di attuazione dei progetti finanziati dal programma prepac; semplificazione delle procedure, in particolare consentendo e riducendo al minimo i controlli formali ex ante; semplificazione delle norme in materia di decisioni condominiali per migliorare l'adozione della misura; gestione dei rifiuti di costruzione secondo i principi dell'economia circolare; rafforzamento dell'ecobonus e del sismabonus per l'efficienza energetica e la sicurezza degli edifici; promozione di un teleriscaldamento efficiente. Ammonta a 304 milioni di euro lo stanziamento a favore della regione Basilicata per la realizzazione della progettualità previste dalla della Missione 2 del PNRR denominata “Rivoluzione Verde e Transizione Ecologica”. I 304 milioni di euro destinati alla Basilicata, a fronte di una richiesta totale di 605 milioni sono stati suddivisi ed assegnati per 61 milioni alle Direzioni della Regione Basilicata competenti per la materia; 36 milioni ai Comuni e alle Province; 196 milioni per gli Enti sub-regionali; 11,5 milioni per il distretto idrografico dell’Appennino meridionale, che gestirà il Commissario straordinario di Governo.

Con il consigliere regionale del M5s, Gianni Leggieri abbiamo approfondito gli obiettivi delle componenti 2, Energia rinnovabile, idrogeno, rete e mobilità sostenibile e quelli della 3, Efficienza energetica e riqualificazione degli edifici e gli impatti sul territorio della Basilicata.

“E’ in corso, purtroppo – dice – un cambiamento climatico che sta arrecando trasformazioni all’ecosistema (scioglimento dei ghiacci, innalzamento e acidificazione degli oceani, perdita di biodiversità, desertificazione), con conseguente aumento del riscaldamento globale; è assolutamente necessario intervenire il prima possibile per diminuire l’intensità di questi fenomeni, e una radicale transizione ecologica andrebbe a mitigare le minacce ai sistemi naturali ed umani. Gli obiettivi globali ed europei al 2030 e 2050 (Sustainable Development Goals, Accordo di Parigi, European Green Deal) sono molto ambiziosi; essi puntano ad una progressiva e completa decarbonizzazione ‘Net-Zero’ attraverso l’utilizzo di idrogeno nei settori industriali difficili da decarbonizzare, come ad esempio quello siderurgico. I traguardi indicati dal Green Deal europeo prevedono obiettivi energetici e climatici che richiederanno la riduzione dei gas climalteranti al 55 per cento nel 2030 e alla neutralità climatica nel 2050. Nel periodo 1990-2019, le emissioni totali di gas serra in Italia si sono ridotte del 19%: un risultato importante, ma ancora lontano dagli obiettivi 2030 e 2050. La componente 2, transizione energetica e mobilità sostenibile è un’opportunità unica per l’Italia e la Regione Basilicata che nei mesi scorsi, assieme a Piemonte, Friuli-Venezia Giulia, Umbria e Puglia, ha sottoscritto un Protocollo di Intesa con il Governo nazionale per la realizzazione nei singoli territori regionali del Progetto bandiera ‘Hydrogen Valley’. Nell’ambito del Piano nazionale di ripresa e resilienza, Missione 2 (Rivoluzione verde e transizione ecologica), Componente 2 (Energia rinnovabile, idrogeno, rete e mobilità sostenibile), la Regione Basilicata ha partecipato all’Avviso pubblico del Ministero della Transizione Ecologica (MiTE) finalizzato alla riconversione delle principali aree industriali dismesse e alla realizzazione di un Centro di Alta Tecnologia Nazionale per la realizzazione di progetti di ricerca e trasferimento di tecnologia sulla mobilità ad idrogeno. Per questi interventi si prevede un finanziamento integrativo di 50 milioni da ripartire tra le 5 Regioni che hanno scelto le Hydrogen Valley, quali progettualità bandiera (10 milioni di euro per Regione). In particolare, la Misura M2C2 del PNRR prevede di sostenere la produzione e l'uso locali di idrogeno verde nell'industria, nelle piccole e medie imprese e nel trasporto, creando così nuove hydrogen valleys (distretti dell'idrogeno) e riadibendo le aree industriali dismesse a unità sperimentali per la produzione di idrogeno verde locale. Ciò comporterà che le compagnie petrolifere (Eni, Total) operanti in Basilicata dovranno definire nuove linee di investimento per adeguarsi alla strategia di decarbonizzazione e passare così dall’oil al no oil. Incentivare una produzione moderna per poter mettere insieme ‘ambiente e salute’ e creare un’economia svincolata dal petrolio: una ‘missione chiave’ per la nostra Basilicata che dovrà necessariamente cogliere questa grande possibilità che, se sfruttata adeguatamente, potrebbe rappresentare un’opportunità per focalizzare le risorse su progetti di sviluppo di rilevante impatto socioeconomico regionale”.

In Italia, la superficie totale delle aree industriali dismesse è di circa 9.000 km2, quasi quanto la superfice che occupa la regione Umbria. La maggior parte si trova in una posizione strategica per poter costruire una rete di produzione e distribuzione dell’idrogeno e i progetti bandiera dell’Hydrogen Valleys potranno, senza dubbio, segnare un importante passaggio verso la transizione energetica e l’emancipazione da fonti fossili. In Basilicata quali sono i siti industriali dimessi?

“In Basilicata – prosegue Leggieri – la mappa dei siti industriali dismessi candidati comprende le aree industriali di Tito, Val Basento, Galdo di Lauria, Valle di Vitalba, Melfi, Viggiano, Jesce, La Martella, oltre che le aree Paip di Aliano e Guardia Perticara. E’ bene conoscere, però, se i progetti candidati dalla Regione Basilicata siano stati incasellati in una visione unitaria e complessiva di sviluppo del territorio, visto che in passato si è assistito ad una totale assenza di pianificazione e, il più delle volte, lo sviluppo dei territori non si è sempre armonizzato con la tutela e la difesa degli stessi. Per ricostituire una capacità attrattiva di nuovi investimenti, la Basilicata dovrebbe diventare un Polo nazionale di sperimentazione di sistemi di produzione di elettricità da idrogeno e di diffusione dell’uso di tale gas nei sistemi di trasporto. Rilanciare, ad esempio, l’esigenza di poter insediare nella nostra regione un centro di ricerca per lo sviluppo di nuove motorizzazioni, senza dimenticare l’idrogeno; sviluppare un trasporto locale più sostenibile e potenziare un’adeguata rete infrastrutturale di ricarica elettrica pubblica. La decarbonizzazione di tutti settori e la graduale riduzione del consumo di idrocarburi rappresentano una forte sfida che chiama tutti in causa: istituzioni, mondo della ricerca e dell’imprenditoria, cittadini. Il tema della transizione energetica e dell'emancipazione alle fonti fossili rappresenta certamente un impegno per il prossimo futuro, con l’obiettivo di apportare benefici concreti a tutti i lucani.

In linea con il Clean Energy Package europeo e con gli obiettivi nazionali, l’efficienza energetica degli edifici rappresenta una delle leve più rilevanti per la riduzione delle emissioni nel nostro Paese. Gli obiettivi della Componente 3 della Missione 2 del PNRR, ‘Efficienza energetica e riqualificazione degli edifici’ contemplano, difatti, l’attuazione di un programma per migliorare l'efficienza e la sicurezza del patrimonio edilizio pubblico; l’introduzione di un incentivo temporaneo per la riqualificazione energetica e l'adeguamento antisismico del patrimonio immobiliare privato e per l’edilizia sociale e, infine, lo sviluppo di sistemi di teleriscaldamento efficienti. Come è la situazione in Basilicata?

“L’esigenza di intervenire sul patrimonio edilizio – spiega Leggieri – nasce dalla pressante domanda di messa in sicurezza del patrimonio stesso in termini di prevenzione sismica e di efficientamento energetico al fine di migliorare le prestazioni e ottimizzare i costi di gestione. La maggior parte dei nostri edifici sono stati realizzati prima dell’adozione dei criteri per il risparmio energetico e la Componente 3 intercetta una dimensione assai rilevante per la riduzione dei consumi e l’abbattimento delle emissioni di gas serra, significativa anche con riferimento all’esposizione del rischio sismico. Un programma di riqualificazione del patrimonio edilizio pubblico e privato, attraverso l’efficientamento energetico e sismico, con interventi diffusi sul territorio capaci di aumentare la qualità dell’abitare, la messa in sicurezza degli edifici e la loro efficienza energetica. Previsti anche gli interventi per la sostituzione di parte del patrimonio edilizio scolastico obsoleto con l’obiettivo di creare strutture sicure e sostenibili. Gli obiettivi sfidanti di risparmio energetico e della riduzione delle emissioni inquinanti andranno a stimolare il settore edilizio, da anni in crisi, e gli investimenti in questo settore consentiranno di incentivare l’economia regionale attraverso la creazione di posti di lavoro nella filiera dell’edilizia. Una politica attenta dell’abitare può concorrere significativamente alla riqualificazione e sostenibilità delle nostre città e alla riduzione dei consumi energetici. Occorre, però, porre in essere un serio programma di ristrutturazione e riconversione degli edifici che vi insistono sul territorio regionale. E in una regione come la nostra ad alto rischio sismico, è significativo incidere sul miglioramento delle condizioni degli abitati cittadini. Pur essendo pienamente consapevole del fatto che la transizione ecologica non potrà avvenire in assenza di riforme fondamentali nei processi autorizzativi e nelle governance regionali, l’auspicio – conclude – è che le parti possano collaborare in maniera costruttiva al fine di favorire l’implementazione del Progetto bandiera secondo i target individuati dal Pnrr e rimuovere gli ostacoli che potranno sorgere in ogni fase di realizzazione. Solo così la transizione potrà essere inclusiva ed equa e contribuire alla riduzione del divario tra le regioni italiane, pianificando la formazione e l’adattamento delle competenze. Infine, l’attuazione dei controlli amministrativo-contabili delle misure del PNRR, attraverso procedure di monitoraggio e rendicontazione, serviranno a prevenire e a contrastare eventuali frodi e conflitti di interesse nel rispetto dei principi trasversali del Piano nazionale e nel corretto raggiungimento degli obiettivi intermedi (Milestone) e dei traguardi (Target).

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