“Il Piano Nazionale Ripresa e Resilienza, in linea con l’Europa, intende non solo far fronte ai danni economici e sociali inferti dalla crisi pandemica, ma anche contribuire a recuperare i danni strutturali”
Il PNRR (Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza) è il documento strategico predisposto dal Governo italiano per accedere ai fondi del programma Next generation EU (NGEU) ed approvato il 13 luglio 2021. L’arco temporale a cui si riferisce il Piano è il 2021-2026, cinque anni per ridare nuova linfa al Paese dopo la grave crisi pandemica grazie a circa 191,5 miliardi di euro a valere sul fondo NGEU a cui si aggiungono anche finanziamenti della politica di coesione europea per il 2021-2027 e risorse ordinarie statali e risorse aggiuntive dedicate agli interventi complementari al PNRR.
Sono 6 le Missioni fondamentali per 16 componenti che tutte insieme dovranno realizzare gli obiettivi economico-sociali previsti dal Governo italiano. Con il capogruppo della Lega Salvini Basilicata, Pasquale Cariello, esaminiamo le azioni messe in campo in Basilicata per la Missione 2 “Rivoluzione verde e transizione ecologica”. Gli obiettivi della Missione 2, come si legge nel Piano strategico messo in campo dal Governo italiano, riguardano “la realizzazione della transizione verde ed ecologica della società e dell’economia per rendere il sistema sostenibile e garantire la sua competitività. Comprende interventi per l’agricoltura sostenibile e per migliorare la capacità di gestione dei rifiuti; programma di investimento e ricerca per le fonti di energie rinnovabili; investimenti per lo sviluppo delle principali filiere industriali della transizione ecologica e la mobilità sostenibile. Prevede inoltre azioni per l’efficientamento del patrimonio immobiliare pubblico e privato; iniziative per il contrasto al dissesto idrogeologico, per salvaguardare e promuovere la biodiversità del territorio, e per garantire la sicurezza dell’approvvigionamento e la gestione sostenibile ed efficiente delle risorse idriche”. Cariello affronta nel dettaglio la Componente 4 “Tutela del territorio e della risorsa idrica” e in particolare i Contratti di Fiume, strumento per la riqualificazione fluviale basato sulla cooperazione e l’innovazione e la Componente 1 “Agricoltura sostenibile ed economia circolare” con le Green Communities, le Comunità energetiche e i Programmi di sviluppo delle imprese agricole.
“L’azione di ripresa del nostro Paese – evidenzia il capogruppo consiliare della Lega Salvini Basilicata, Pasquale Cariello – passa attraverso l’attuazione del Piano Nazionale Ripresa e Resilienza che, in linea con l’Europa, intende non solo far fronte ai danni economici e sociali inferti dalla crisi pandemica, ma anche contribuire a recuperare i danni strutturali. La Missione 2 del PNRR ha come oggetto la ‘rivoluzione verde e transizione ecologica’ ed ha come obiettivi rendere il sistema italiano sostenibile e resiliente ai cambiamenti climatici, sviluppare una leadership internazionale, industriale e tecnologica, assicurare una transizione inclusiva ed equa.
Una eccezionale opportunità per la valorizzazione dei bacini idrografici e del territorio attiguo e per la loro riqualificazione e gestione, è data dai Contratti di Fiume, strumenti di programmazione negoziata e partecipata. La Regione Basilicata è tra le 13 Regioni che aderiscono alla Carta Nazionale dei Contratti di Fiume con vari progetti pilota inseriti nel PNRR. Come sono strutturati e quali le prospettive di sviluppo?
“Nell’ambito della Componente 4, Missione 2 del PNRR un esempio di progetto di comunità sono i Contratti di Fiume, uno strumento per la riqualificazione fluviale basato sulla cooperazione e l’innovazione. È un accordo tra soggetti – spiega Pasquale Cariello – che hanno responsabilità nella gestione e nell’uso delle acque, nella pianificazione del territorio e nella tutela dell’ambiente, uno strumento volontario di programmazione strategica e negoziata che persegue la tutela, la corretta gestione delle risorse idriche e la valorizzazione dei territori fluviali unitamente alla salvaguardia dal rischio idraulico, contribuendo allo sviluppo locale. Quello della volontarietà è proprio uno degli aspetti che può connotare in maniera forte questi strumenti di comunità nel senso che non c’è un obbligo a ricorrere a questi strumenti, ma deve esserci l’interesse di una comunità locale che li adotta volontariamente.
La Regione Basilicata è tra le 13 regioni che aderiscono alla Carta Nazionale dei Contratti di Fiume con vari progetti pilota inseriti nel PNRR: i contratti di Fiume Sinni, del Noce, dell’alto e del centro Basento e della Gravina di Matera. Quali prospettive? L’art.36-ter, comma 9 del D.L 31 maggio 2021, n.77, convertito con L. 29 luglio 2021, n.108, in tema di ‘Misure di semplificazione e accelerazione per il contrasto del dissesto idrogeologico’ prevede che l’Autorità competente «(…) anche attraverso i contratti di fiume, in collaborazione con le autorità di distretto e le amministrazioni comunali territorialmente competenti, può attuare, nel limite delle risorse allo scopo destinate, interventi di manutenzione idraulica sostenibile e periodica dei bacini e sottobacini idrografici che mirino al mantenimento delle caratteristiche naturali dell’alveo, alla corretta manutenzione delle foci e della sezione fluviale anche al fine di ripristinare, in tratti di particolare pericolosità per abitati e infrastrutture, adeguate sezioni idrauliche per il deflusso delle acque». Questo è un aspetto piuttosto significativo se pensiamo al numero elevato di associazioni che si occupano della manutenzione dei fiumi, ma potremmo anche pensare ai privati che potrebbero investire in interventi di riqualificazione. Infine, nell’Accordo di Partenariato (AP), politica di coesione 2021-2027, nella versione del 12 gennaio 2022, si fa espresso riferimento al Contratto di Fiume, come un asset importante da valorizzare «(…) in quanto in grado di responsabilizzare operatori e comunità locali nella corretta gestione delle risorse naturali». Questo assunto, potrebbe consentire l’accesso diretto ai Contratti di Fiume, da parte di quei territori oggetto di accesso ai medesimi, alle misure di attuazione dell’Obiettivo di Policy 5 oppure avere premialità/incentivi nei PON, POR e PSR”.
La Missione 2 “Rivoluzione verde e transizione ecologica” si pone l’obiettivo di incentivare la sostenibilità sociale ed economica con interventi che coinvolgono, tra le altre aree, anche l’agricoltura e la biodiversità del territorio. Alla Regione Basilicata è stato assegnato un finanziamento di 5.227.585 euro per la realizzazione di Green Communities da finanziare nell’ambito del PNRR, Missione 2. Come ha riferito l’assessore all’Ambiente, territorio ed energia della Regione Basilicata, Cosimo Latronico, si tratta di una nuova opportunità offerta dal PNRR che i Comuni lucani dovranno cogliere e che la Regione è pronta a sostenere le proposte progettuali selezionate con un cofinanziamento. Quale lo stato dell’arte?
“Anche le Green Communities, come i Contratti di Fiume – chiarisce il consigliere regionale Cariello -, sono entrate nella legislazione italiana con la L. 221/2015 e sono previste dall’art. 72. Da un’attenta lettura dell’art. 72, al comma 2 vi è un richiamo al rapporto che vi è tra la Green Community e il suo territorio urbano e metropolitano di riferimento. Si coglie in questo richiamo la possibilità di una sorta di rapporto compensativo tra territori che hanno intensamente sfruttato le proprie risorse territoriali (ovviamente quelli urbani e metropolitani) e quelli che hanno conservato un patrimonio naturale consistente principalmente in acqua, biodiversità, ecosistemi e paesaggio e che intendono evidenziarne il valore di bene comune. La filosofia delle Green Communities è proprio quella di valorizzare il ruolo che questi territori svolgono e hanno svolto nel tempo per il bene collettivo ponendole nella condizione di poter essere attenzionate. Il PNRR, a partire dai contenuti della Legge 221 del 2015, sembra averne esteso la portata dalla sola valorizzazione e sostegno della montagna, alla connessione sussidiaria e scambio tra territori rurali e comunità urbane e metropolitane, le quali dovranno e potranno contribuire, attraverso diverse formule, allo sviluppo di quei territori destinati ad impoverirsi e spopolarsi e che da sempre forniscono una serie di servizi ecosistemici necessari per la sopravvivenza e il benessere delle città. Attraverso la Missione 2 del PNRR all’investimento 3.2 ci si è posti l’obiettivo di agevolare la creazione e la crescita di 30 Green Communities, ossia 30 comunità locali, coordinate ed associate tra loro, che vogliono realizzare insieme piani di sviluppo sostenibili dal punto di vista energetico, ambientale, economico e sociale. Per tale investimento è stato previsto un costo totale di 135 mln. Al fine di favorire l’utilizzo efficiente delle risorse del Governo, l’idea è quella di creare un fondo unico per la montagna in modo da semplificare il quadro normativo e burocratico e, attraverso una task force, dare assistenza tecnica ai piccoli Comuni in relazione ai progetti legati al PNRR. Dalla graduatoria del Dipartimento per gli Affari regionali, dei progetti di Green Communities presentati in Basilicata, ammesso al finanziamento è stato solo il progetto presentato dal Comune di Latronico, comune capofila di un’area territoriale composta da 12 Comuni (Castelluccio Inferiore, Castelluccio Superiore, Chiaromonte, Episcopia, Fardella, Latronico, Lauria, Nemoli, Rivello, Rotonda, Trecchina, Viggianello) per un importo pari a circa 4 milioni di euro con il progetto dal titolo ‘GSHC – Green Smart Human Communities: paesaggi umani sostenibili verso gli obiettivi dell’Agenda 2030’”.
“Anche quello delle Comunità energetiche – aggiunge Cariello – è un importante passo verso la riqualificazione. L’obiettivo principale è fornire benefici ambientali, economici o sociali a livello di comunità ai propri azionisti o membri o alle aree locali in cui opera, piuttosto che profitti finanziari (GSE 2020). La Regione Basilicata ha mostrato sensibilità sul tema mediante l’approvazione in Consiglio della legge che prevede la costituzione di gruppi di autoconsumo collettivo e di Comunità energetiche rinnovabili. Importante iniziativa all’interno della nostra regione è stata la creazione del consorzio ‘Ge.fo.cal’, partecipato al 51% dal Comune di Calvello e per la restante parte da imprenditori del settore privato, per la valorizzazione ai fini energetici della massa biologica delle foreste.
L'agricoltura in Basilicata rappresenta una fetta rilevante dell’economia della regione con le sue produzioni nell’ambito della cerealicoltura, dell'orticoltura e frutticoltura, della viticoltura e olivicoltura. Con il bando “Investimenti nelle aziende agricole”, la Regione ha inteso sostenere i programmi di sviluppo delle imprese agricole lucane per migliorarne le prestazioni economiche e per favorire il ricambio generazionale in questo importante settore. Una visione vincente?
“Nell’ambito della componente 1, missione 2, un’importante opportunità per le imprese agricole lucane è stata concessa dalla Regione Basilicata con la pubblicazione del Bando relativo alla Sottomisura 4.1 “Investimenti nelle aziende agricole” – Anno 2022. Il bando – evidenzia il consigliere Pasquale Cariello – ha come obiettivo quello di sostenere i programmi di sviluppo delle imprese agricole mediante due linee di finanziamento: una ordinaria (cofinanziata) di importo pari a 20 milioni di euro, e una relativa ai fondi EURI (Next Generation EU) di importo pari a 16,6 milioni di euro. Si mira principalmente a migliorare le prestazioni economiche di tutte le aziende agricole mediante la ristrutturazione e l’ammodernamento delle stesse al fine di aumentare la quota di mercato e l’orientamento allo stesso, in una logica di sostenibilità ambientale. La sottomisura assume particolare importanza soprattutto perché concorre a favorire l’ingresso e la permanenza dei giovani in agricoltura, la creazione di nuove imprese agricole e l’introduzione di nuovi modelli produttivi e organizzativi orientati alla diversificazione delle attività agricole. Si favoriscono, inoltre, interventi volti all’attivazione di una filiera corta sul territorio secondo il concetto di prossimità per collocare al centro del sistema le aziende agricole del territorio lucano, facendole diventare sentinelle di un corretto processo di gestione. Altro importante intervento realizzabile con i fondi messi a disposizione dal bando è la realizzazione di impianti di compostaggio che oltre a mettere in luce il valore della prossimità dei piccoli e medi impianti aerobici realizzati dalle aziende agricole locali, consentirà di avere una gestione condivisa sul territorio tra i cittadini, amministrazioni e settore agricolo, e quindi avere un forte impatto dal punto di vista sociale. In questo modo si consentirà ai cittadini di avere chiarezza e sicurezza su una gestione oggi poco chiara su progetti impiantistici impattanti, di maturare una migliore conoscenza nella gestione dei propri rifiuti organici per migliorarne la selezione e di maturare coscienza alimentare in modo da poter scegliere e valorizzare i prodotti locali ottenuti da un’agricoltura biologica. L’importanza di un impianto di questo tipo comporta soprattutto benefici ai terreni in termini di riqualificazione e rigenerazione, ma anche un importante processo di coinvolgimento sociale dei cittadini e all’attivazione di una vera economia circolare. È necessario un cambio di passo. È necessario adottare una visione diversa dell’agricoltura che si è radicata nella nostra terra – conclude il capogruppo della Lega Salvini Basilicata, Pasquale Cariello -. Solo con l’uso della tecnologia, con l’innovazione, l’organizzazione, l’aggregazione e l’innovazione agronomica si può fare impresa”.