Per il capogruppo dell’Mpa in Consiglio regionale, che non ha partecipato al voto del provvedimento per protesta, “il Governo regionale è sotto ricatto continuo di uno dei partiti della maggioranza”
“Già da diversi anni viene detto che la legge regionale n. 22/88, da tutti dichiarata vecchia, antitetica e non più rispondente alle finalità per cui era nata, sarà cambiata. Ma nell’attesa delle modifiche la legge è legge e va osservata. Dal Consiglio regionale di ieri non è più così”. E’ quanto dichiara il capogruppo dell’Mpa in Consiglio regionale, Francesco Mollica, ricordando che l’Mpa non ha partecipato al voto del Piano delle attività culturali anno 2010, “per protestare, congiuntamente ad altri consiglieri, perché pur essendo ancora vigente e non abrogata, la predetta legge è stata puntualmente disattesa, con la votazione in Consiglio regionale in totale dispregio e contra legem di emendamenti ai Piani predisposti per effetto dell’art. 4”.
A parere di Mollica “ancora più grave è che il Governo regionale, sotto ricatto continuo di uno dei partiti della maggioranza, è costretto a ingoiare bocconi amari, come già accaduto durante l’approvazione del Piano di dimensionamento scolastico, sub emendando un emendamento che la Presidenza del Consiglio avrebbe dovuto dichiarare irricevibile”.
“Ormai non siamo più alla forzatura delle interpretazioni – aggiunge l’esponente dell’Mpa – si opera in totale dispregio, anche se con imbarazzo, delle norme che la Regione stessa ha emanato. I cittadini lucani sono avvisati: se i consiglieri regionali violano le leggi, tutti sono autorizzati a farlo. Tutto si può comprendere nella dialettica e nel confronto politico, ma arrivare a tanto mi sembra veramente troppo”.
Ricordando un vecchio adagio popolare (“C’è chi predica bene e razzola male”), Mollica dice infine “al presidente della Giunta ed al presidente del Consiglio che non si può predicare in una maniera ed operare in un’altra. La fiducia ai lucani – conclude – non la si trasmette in questa maniera”.